Le proteste contro le armi chimiche in Albania ogni giorno diventano più grandi. E’ la prima volta che i cittadini albanesi si uniscono per una causa non schierata politicamente, ma per il proprio futuro. Mentre il governo albanese guidato dal premier Edi Rama prevede di rendere pubblica la sua decisione, gruppi civici, studenti e ambientalisti hanno continuato la loro protesta in ogni città del paese, contro la distruzione delle armi chimiche siriane nel paese. Fonti governative hanno annunciato ad East Journal che il Consiglio dei ministri si riunirà entro 24 ore per prendere una posizione ufficiale dell’Albania su questa materia. Il premier Rama ha interrotto un visita ufficiale in Montenegro rientrando a Tirana.
La protesta ha preso una piega non immaginabile solo alcuni giorni fa. Gli studenti universitari di Tirana e quelli delle scuole superiori hanno boicottato le lezioni per aderire alla manifestazione con lo slogan “Stop alle armi chimiche in Albania“, mentre la maggior parte dei cittadini si sono organizzati attraverso i social network come Facebook e Twitter. Durante la protesta, gli studenti di medicina hanno scelto un modo particolare di esprimere la loro ostilità alla possibile distruzione in Albania delle armi chimiche: vestirsi tutti in grembiuli e maschere anti-gas.
Contro l’importazione di armi chimiche siriane in Albania sono anche i cittadini di Scutari. I manifestanti hanno chiesto una “Albania pulita”. L’arcivescovo metropolita di Scutari, Mons. Massafra ha dichiarato che: “Siamo contro la distruzione delle armi chimiche in Albania, non possiamo essere trattati in questo modo solo perchè siamo un paese povero, lo smaltimento delle armi deve avvenire nei paesi che le hanno prodotte, o meglio in quelli che le hanno in possesso”.
Il presidente del Partito Democratico, Lulzim Basha e l’ex premier Berisha si sono uniti per un istante ai cittadini che protestano davanti alla sede del Consiglio dei Ministri. Essi sono stati accolti con entusiasmo da alcuni manifestanti, mentre ci sono stati altri che hanno richiesto loro di allontanarsi, per non voler politicizzare le proteste. Il leader del partito democratico Basha ha detto che i democratici si uniscono ai giovani nella protesta per dire no alle armi chimiche. Per questo motivo l’opposizione albanese in parlamento ha richiesto un referendum per dire no alle armi chimiche in Albania.
Lo stesso aveva fatto negli anni scorsi l’opposizione socialista, oggi al governo, contro la legge sull’importazione dei rifiuti.
Dopo 23 anni di transizione democratica nel paese, in questi giorni sembra trovare fondamento una democrazia civica che per la prima volta sta dettando l’agenda politica e non viceversa.
la cosa peggiore perche le conseguense sono molte preocupante x la salute ed il future dellr generazioni ,poi che ci incastra albania con rif della siria se li devono smaltire chi e in grado figuriamoci albania speriamo q
che i politci come rama con visione non fanno un sbaglio che diventa ancor peggio dell regime comunista che allora si viveva male maora togli propio il futro all agente che diventa terra di fuoco e di malatie all infinito x sempre spero che non suceda una cosa dell genere
vittoria sociale, culturale, democratica ma sopratutto morale per il popolo albanese raggiunta non tanto per l’annunciazione del primo ministro pochi minuti fa(”l’albania non e’ in grado di ospitare lo smantellamento delle armi chimiche siriane” sue parole finali)ma quanto per il coraggio e la sincerita’,direi, di queste proteste pacifiche e intense che hanno dimostrato la voglia e la capacit’a’ di questo popolo di far valere i propri pensieri e i propri diritti…spero veramente che sia l’inizio di una nuova era per l’albania perche credo che questo sia il giusto spirito per affrontare un rinascimento di questo bellissimo paese…