A vent’anni dall’adozione del Tiigrihüpe (“il balzo della tigre” in estone), ossia il progetto di informatizzazione lanciato nel 1992 dall’allora Primo Ministro Mart Laar e dal suo giovanissimo governo, l’Estonia è diventata una delle nazioni più tecnologiche del mondo intero.
Difficile da immaginare per un paese di soli 45mila chilometri quadrati e con una popolazione pari a quella di Milano (circa un milione e trecentomila abitanti), uscito dal crollo dell’Unione Sovietica in condizioni disastrose e di grave arretratezza. Eppure, le politiche accorte e a lungo termine, spesso danno i loro frutti: già prima del sorgere del nuovo millennio, gli estoni adottavano la firma elettronica per siglare i loro documenti e le loro cartelle cliniche erano archiviate digitalmente in Cloud e facilmente consultabili ogni qualvolta necessario. Fantascienza per i più, noi italiani in primis.
Patria dei tre creatori di Skype e terra “natale” della rete di file-sharing Kazaa, nel 2002 l’Estonia fu la prima nazione al mondo ad introdurre il sistema di Mobile Payment, che consente di pagare taxi, ristoranti, alberghi e negozi con il cellulare e i parcheggi con l’invio di un semplice SMS. L’utilizzo da parte degli estoni della carta anche per queste micro-transazioni, ha fatto sì che, stando ad un rapporto della Bank of Estonia dello scorso anno, oltre il 99% dei trasferimenti bancari nazionali non cash sia effettuato online e che i pagamenti con carta abbiano superato quelli dei prelievi di contante, sia per l’ammontare complessivo, sia per il numero di operazioni. Questi elementi hanno permesso alla nazione di posizionarsi al secondo posto mondiale per Internet Banking, con più dei due terzi della popolazione cliente di banche online.
Inoltre, sempre a proposito di primati, nel 2007 la piccola repubblica baltica fu la prima ad avere una votazione online per un’elezione politica nazionale e nel 2011 le modalità di voto telematico erano due, tramite carta d’identità elettronica o attraverso SIM Mobile – ID telefonica, metodi che, comunque, non hanno ancora definitivamente scalzato il tradizionale seggio “cartaceo”.
Oggi l’Ecountry Estonia, o più semplicemente “E-stonia”, il cui territorio è ricoperto per quasi la metà da foreste, dispone di una rete Wi-Fi ampissima, gratuita ed accessibile liberamente da chiunque, con onde magnetiche che permettono di connettersi con cellulari e computer da dovunque ci si trovi, nei pub, sugli autobus a lunga percorrenza, nelle aree pubbliche, nei negozi, per un totale di 1140 luoghi di collegamento in tutto il paese. Tutte le 550 scuole del paese sono dotate di laboratori informatici e nel 2012 il governo ha stanziato circa 70mila euro per finanziare un progetto scolastico che dovrebbe insegnare agli alunni dai 7 ai 19 anni la programmazione informatica. L’iniziativa, realizzata dal sistema pubblico in collaborazione con soggetti privati, ha l’obiettivo di educare una generazione a relazioni più consapevoli con la tecnologia ed Internet, oltre che fornire le prima necessarie competenze in ambito informatico.
E così, nel giro di un ventennio (termine ritornato in auge ultimamente), la piccola Estonia è passata da avere una rete telefonica quasi inesistente a divenire un baluardo in ambito tecnologico, meta di molti imprenditori attratti dalla possibilità di investire proficuamente il proprio denaro, di godere di facilitazioni burocratiche ed efficienza organizzativa in una nazione dove, a seguito dell’introduzione dell’euro, non vi è stata speculazione, né le tasse sono aumentate, anzi sono in leggera diminuzione. Come è facile intuire, c’è ventennio e ventennio.
Foto: European Parliament, Flickr
avere 1,3 milioni di abitanti aiuta di certo ma …c’è ventennio e ventennio !
Saluti
Articolo molto interessante. Segnalo all’autore che in Estone “balzo della tigre” si dice “tiigrihüpe” e non “tiigrehupe”.
Grazie della segnalazione, abbiamo corretto l’errore.