Una donna al voto durante le elezioni legislative del 2010

TAGIKISTAN: Presidenziali 2013, la scommessa è donna

Le elezioni nei regimi comunisti non sono mai state particolarmente avvincenti, e se qualcosa è cambiato nell’Europa orientale post-comunista lo stesso non si può dire per l’Asia Centrale. Qui infatti non ci sono stati, con l’eccezione khirgisa, terremoti politici, niente avanzate dell’estrema destra e nessun tracollo neoliberista. In Asia Centrale è andata di scena la continuità, e gli autocrati hanno gattopardescamente cambiato tutto per non cambiare niente. Ma le prossime elezioni presidenziali tagike rivestono qualche interesse.

Il 6 novembre a sfidare, presumibilmente senza speranza di vittoria, Emomali Rakhmon sarà infatti una donna. Le opposizioni al Presidente in carica hanno infatti deciso di riunirsi nell’Unione delle Forze Riformiste, e presentare un candidato comune: l’avvocato ed attivista per i diritti umani Oinihol Bobonazarova. La stessa convergenza delle opposizioni è già di suo degna di nota, riunendo infatti forze diverse come il Partito Social Democratico ed il Partito della Rinascita Islamica (IRPT). La nomina della Bobonazarova ha quindi colto di sorpresa sia gli analisti politici che lo stesso Rakhmon, sebbene i risultati della tornata elettorale non sembrano modificabili.

La sfidante del Presidente in carica è a guida della ONG Perspective-Plus, impegnata nella difesa dei diritti dei lavoratori, dei migranti e delle donne, e collabora strettamente con varie fondazioni di cooperazione occidentali. Il programma della Bobonazarova punta molto sulle autonomie locali e sul decentramento dei canali decisionali del potere, dato che oggi la costituzione tagika prevede che qualsiasi ruolo amministrativo, anche solo un rettorato universitario, venga nominato dal Presidente. In un paese come il Tagikistan, dove il potere centrale fatica a controllare intere aree del paese, le proposte della Bobonazarova potrebbero avere un effetto dirompente.

A colpire è anche il fatto che un partito islamico scelga come suo candidato una donna. In realtà la decisione presa non deve stupire più di tanto, vista la storica tolleranza dell’islam centroasiatico, e come spiega Muhiddin Kabiri, leader dell’IRPT, quella della Bobonazarova era la scelta migliore possibile. Il Partito della Rinascita Islamica vuole infatti accreditarsi come forza politica moderna, a cominciare dall’immagine dello stesso Kabiri, sbarbato e vestito all’occidentale, sfatando le accuse di voler arrivare all’imposizione della Sharia in Tagikistan. La scelta di un candidato donna è avallata anche da uno tra i massimi leader religiosi tagiki, Hoji Akbar Turajonzoda, il quale sostiene che presentare un proprio candidato avrebbe prestato il fianco a nuove false accuse.

Secondo gli esperti questa convergenza delle opposizioni sarebbe il frutto di due certezze: l’inevitabile sconfitta alle prossime elezioni ed il presentimento che il Tagikistan stia per vivere un periodo di boom economico. Relativamente al primo punto Rakhmon controlla tutti i mezzi di informazione, ad eccezione di quelli stabiliti nel vicino Uzbekistan ma fruibili solo da una minoranza della popolazione tagika. Inoltre nelle campagne, ossia il 70% del paese, non c’è praticamente nessun interesse per la vita politica del paese, facendo dell’opposizione un fenomeno urbano e proprio delle classi medie. Per quanto riguarda invece il futuro del Tagikistan da più parti vi è la certezza che, grazie agli investimenti stranieri in corso, il paese raggiungerà presto l’autosufficienza energetica. Per quanto sopra le opposizioni tagike starebbero solo scaldando i muscoli in vista delle elezioni del 2020.

Resta ora da vedere come il governo tagiko affronterà la “questione Bobonazarova”, dopo essere già intervenuto contro altri oppositori: a maggio venne infatti arrestato l’imprenditore Zayd Saidov, accusato di frode e poligamia, mentre in precedenza era stato arrestato a Dubai Umarali Quvatov, leader del piccolo partito d’opposizione Gruppo24, anche lui accusato di frode. Secondo il già citato Turajonzoda incriminare una donna militante dei diritti umani sarà molto più difficile, e se quasi sicuramente perderà le elezioni la Bobonazarova potrebbe riuscire a passarle indenne.

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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