In questi giorni inizia la campagna elettorale per le elezioni comunali del 3 novembre in Kosovo. Oltre 100 soggetti politici di tutte le comunità del Kosovo si sono registrati per partecipare alle elezioni comunali. Di questi, 18 fanno riferimento alla comunità serba, compreso il nord del Kosovo a maggioranza di popolazione serba. Nel tentativo di favorire la partecipazione dei serbi alle elezioni del nord, le autorità di Pristina hanno deciso che nelle schede elettorali ci sia solo il logo della Commissione elettorale centrale, ma non i simboli della statualità del Kosovo, una mossa che ha alimentato il dibattito interno.
La competizione elettorale del 3 novembre sarà probabilmente la più importante del dopoguerra in Kosovo. Un test importante per i partiti politici di vocazione maggioritaria che hanno avuto al loro interno diversi sviluppi, ma anche perché sono le prime elezioni in tutto il territorio, compreso il nord del paese.
Il partito democratico del Kosovo (PDK) del premier Hashim Thaçi è in pole position alla prima competizione importante dopo l’avvento al potere nel 2007. Ma l’allontanarsi dal partito di due o tre figure chiave come Jakup Krasniqi e Fatmir Limaj andrà sicuramente a scuoterne la militanza. Inoltre, la ricandidatura di diversi sindaci attuali, che sono sospettate di reati di corruzione, che sono sotto giudizio, o sono ancora dietro le sbarre, potrebbe essere piuttosto problematico per la mobilitazione degli elettori. La candidatura del ministro della forza di sicurezza (FKS) Agim Ceku a sindaco di Pristina, è visto da molti osservatori come il candidato consensuale e può essere visto come il più serio tentativo del PDK di Thaçi di prendere la capitale al partito di opposizione della Lega democratica del Kosovo, LDK.
Tuttavia se il PDK di Thaçi non riuscirà a mantenere il numero di comuni conquistati nelle elezioni precedenti , ciò potrebbe essere percepito come l’inizio del crollo del partito e del governo. Dall’altra parte, la LDK si trova nel primo vero test con Isa Mustafa come presidente del partito di centrodestra. Dal momento che le ultime elezioni parlamentari si sono svolte poche settimane dopo che Isa Mustafa aveva assunto la leadership del partito, e come tali non sono stati in grado di servire come un indicatore accurato, il 3 novembre si profila come un primo bilancio della sua leadership. I risultati delle elezioni comunali saranno un forte indicatore della forza della LDK, pretendente primo partito nelle elezioni nazionali del prossimo anno.
Un altro partito che può sorprendere nelle elezioni comunali potrebbe essere l’Alleanza per il futuro del Kosovo (AAK) che si trova oggi in una situazione completamente diversa. Sarà la prima volta dopo otto anni e diverse elezioni che il partito potrà partecipare appieno alle elezioni, perché il suo presidente Ramush Haradinaj e’ stato recentemente assolto dalle accuse del Tribunale dell’Aja. Ciò ha fatto sì che Haradinaj ed i suoi candidati sindaci avessero molte riunioni e contatti con i cittadini in tutto il Kosovo con l’obiettivo di mobilitare gli elettori.
In una situazione simile all’AKK si trova il Movimento per l’Autodeterminazione (Vetëvendosje) guidato da Albin Kurti. Auto-proclamatasi come l’unica vera opposizione in Kosovo, per Vetëvendosje queste elezioni saranno determinanti. La natura stessa del fare politica del Vetëvendosje – differente non solo dal potere, ma anche dagli altri partiti di opposizione – impone al soggetto di vedere il 3 novembre non solo come una semplice corsa elettorale, ma anche come un referendum sulla sua politica alternativa. Tuttavia, tutto quanto sopra avrà senso solo se riusciranno a tenersi elezioni libere e democratiche. Altrimenti, non importerà chi arriverà primo alle elezioni, tutto sarà semplicemente stato invano.