SERBIA: Le mille luci di Belgrado

di Federico Resler

Per chi arriva per la prima volta a Belgrado, la capitale della Serbia è una piacevole e inaspettata sorpresa. Molti se la immaginano come una tipica città in stile comunista, con palazzoni grigi e tristi, auto scassate di produzione sovietica e poca vita per le strade.

Altri ancora se la immaginano legata ad un forte senso di paura, ripensano alla guerra civile che ha afflitto la ex-Jugoslavia, ai morti e alle violenze perpetrate dai paramilitari. Poi viene subito in mente il 1999, il regime di Milosevic, la guerra della Nato, i bombardamenti.

Tutto questo farebbe pensare ad una città afflitta e prostrata dalle sofferenze del suo recente passato, ad una capitale depressa e senza colori.
Invece Belgrado non è tutto ciò: è una metropoli viva, vivace, che ama il divertimento, il fare tardi nei locali ed ha una voglia matta di lasciarsi alle spalle un cupo passato.

Basta passeggiare per la centralissima Knez Mihajlova, la via delle boutique e dei locali di tendenza, per comprendere il grande dinamismo che sta attraversando la città: marciapiedi affollati fino a tarda notte, giovani vestiti all’ultima moda, ragazze da sogno più belle delle top model, un via vai continuo di gente e ad ogni angolo i tradizionali gruppi zingari che suonano la loro musica, fatta di suoni sgraziati e affascinanti allo stesso tempo.

Questa è Belgrado: unione sintetica tra modernità e tradizione.

La voglia di vivere e di dimenticare il passato influenza anche la scena culturale belgradese, tra le più esuberanti d’Europa ed esempio di un continuo fermento intellettuale che non conosce riposo.
Gli artisti hanno fatto di Belgrado la loro patria prescelta: musicisti come Goran Bregovic, drammaturghi come la giovane Biljana Srbljanovic, scrittori come gli esponenti della “Nouvelle Vague” serba, stiliste come la emergente Vera Rakocevic. Tutti riescono a trovare nella capitale quella libertà e quell’ispirazione fondamentali per le loro opere.

E poi c’è la gioventù, una gioventù bella, solare, europea, che se non si cura del nazionalismo esasperato dei padri, della questione del Kosovo e di tutta la retorica sciovinistica. Cose passate, il futuro è l’Europa.

E per tutta la notte si balla, si beve, si scherza, si fa l’amore, fino all’arrivo di un nuovo giorno e poi di un altro, e di un altro ancora, finché il passato sarà soltanto un ricordo lontano.

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3 commenti

  1. Belgrado nel prossimo decennio diventerà la capitale più attraente d’europa. comunque credo che la Srbljanovic non abiti più in città

  2. Complimenti per l’articolo, fà venire voglia di essere ancora la! Mi sà tanto che prossimamente faccio il gran passo al contrario e me ne torno a casa mia! La Svizzera, dove vivo, sarà anche bella, sarà anche ricca, ma é maledettamente MORTA!!!

  3. Ho fatto l’Università a Belgrado, e poi ho lavorato là per un periodo. Dopo aver vinto una borsa di studio, sono andato in Italia per fare il Master all’Uni di Trieste.Mi sono laureato, ho trovato lavoro a Trieste, però dopo 3 anni mi sono tornato a Belgrado. Trieste è bella, si vive benissimo però io non c’è la facevo senza Belgrado.Ogni tanto faccio un passo a Trieste:)…perchè è la città dove non mi sento come il turista.

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