Il ballottaggio ha confermato le attese segnando la vittoria di Viktor Yanukovich, contro il premier in carica, Yulia Timoshenko. Lo scarto tra i due candidati è di poco superiore al 3% (48,9% contro 45,5%), pari a circa 800 mila voti, mentre oltre un milione di consensi ha ottenuto l’opzione “contro tutti”, indicata dal capo dello Stato uscente, Viktor Yushenko. La pasionaria sconfitta Timoshenko ha dichiarato di non riconoscere la vittoria del rivale, accusando brogli nelle regioni orientali del paese, roccaforte di Yanukovich. Tuttavia, lo scenario appare ben diverso da quello del 2004, quando le denunce e le proteste, anche internazionali, portarono alla ripetizione del secondo turno e al successo della “Rivoluzione arancione”. A livello interno, infatti, prevale una sfiducia generalizzata verso la classe politica e non sembrano all’orizzonte mobilitazioni di piazza. Infine quello della Timoshenko è un copione già recitato, e le accuse di brogli sono state lanciate mentre le operazioni di spoglio erano da poco avviate.
La delegazione degli osservatori dell’Osce ha definito le elezioni “una dimostrazione impressionante di democrazia, una vittoria per tutti”. Parole positive sono giunte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti e non sembrano esserci spazi internazionali per un rovesciamento del voto da parte della Timoshenko che è senza piazza e senza appoggi dall’estero.