Per Vassily e Svetlana Piak, allevatori di renne, il loro angolo di Siberia è Mestorozhdenie – luogo di nascita, terra natale. Ma per i vicini ingegneri della raffineria petrolifera, la taiga e i laghi del bacino del fiume Ob non sono che un campo petrolifero come altri. In soli 26 minuti, il regista Ivan Golovnev mostra lo scontro lento tra tradizione e modernità, ai confini dell’artico, dove si estrae l’oro blu che attraverso le pipeline di Gazprom arriva ad accendere le nostre lampadine europee.
Golovnev, vissuto tra Omsk e Ekaterinburg, conosce bene la Siberia. Il suo è un cortometraggio senza particolari dialoghi. A dare il ritmo, oltre alle stagioni, sono le poesie in russo di Vassily, che testimoniano la tradizione di un mondo dove la renna è ancora tutto, ma i gatti delle nevi stanno prendendo il loro posto.
Mestorozhdenie è un film che richiama all’importanza del rispetto dei diritti dei popoli indigeni su un territorio che rappresenta non solo una fonte di sostentamento, ma di identità stessa e di vita. E allo stesso tempo, mette alla luce come la conservazione della tradizione non può essere puro immobilismo.
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Mestorozhdenie è stato presentato nella sezione Terre Alte del 61° Trento Film Festival della Montagna 2013.