Ci siamo: il parlamento sloveno, all’unanimità (82 “ja”, 8 astensioni e nessun voto negativo) ha ratificato il Trattato di Adesione della Croazia all’Unione Europea. Cade così definitivamente l’ultimo ostacolo politico all’ingresso di Zagabria nel club di Bruxelles, previsto per il 1° luglio 2013.
“Il successo dell’adesione della Croazia alla famiglia europea mostra a tutti gli stati che vogliono diventare membri che essi devono credere nell’impegnativo cammino di riforme e adozione degli standard europei”, ha detto la premier slovena. Alla votazione, oltre al nuovo governo sloveno presieduto da Alenka Bratušek, erano presenti il primo ministro croato Zoran Milanović e la ministro degli esteri Vesna Pusić. “Dopo tanto rumore si mette in scena lo spettacolo dell’amicizia tra i popoli”, ha commentato il giornalista sloveno Stefano Lusa.
La Croazia rischiava di vedere la propria data di adesione allontanarsi, se la Slovenia vi si fosse frapposta. Tra le questioni bilaterali ancora aperte, oltre alla controversia sui confini marittimi nel golfo di Pirano, demandata ad un arbitrato internazionale, restava quella dei debiti della Nova Ljubljanska Banka, una vicenda di cui avevamo già parlato e che riguardava i risparmi di circa 130.000 cittadini croati, depositati nella banca poi divenuta slovena dopo la dissoluzione della Jugoslavia. Un compromesso finanziario tra i due paesi era stato siglato poche settimane fa dai due primi ministri, Janša e Milanovic, di nuovo accordandosi perché la vicenda fosse risolta nell’ambito della Banca dei Regolamenti Internazionali. Nella risoluzione della controversia ha giocato non poco anche la pressione dell’Unione Europea, nella persona della presidenza irlandese del Consiglio UE, perché controversie bilaterali non permettessero ad un processo di tale portata di deragliare.
Infine, la Croazia rischiava di restare impigliata, vittima collaterale, nelle vicende che hanno portato alla caduta del governo Janša e all’instabilità politica slovena degli ultimi mesi. La nascita di un nuovo governo di centrosinistra a Lubiana, tramite questione di fiducia costruttiva, ha permesso al Parlamento sloveno di rimettersi in piedi e recuperare i dossier pendenti, tra i quali la ratifica del Trattato d’adesione croato.
L’adesione ufficiale della Croazia è prevista per il 1° luglio: restano ancora tre mesi, quindi, per completare le procedure di ratifica ancora in corso in quattro paesi dei 27: Belgio, Danimarca, Germania e Finlandia; procedure che tuttavia, ormani, non dovrebbero più presentare difficoltà. In ottobre, la Germania sembrava poter sollevare alcuni problemi, dopo che il presidente del Bundestag Norbert Lammert aveva dichiarato che secondo lui la Croazia non era pronta ad aderire all’UE. Tuttavia, il rapporto finale della Commissione Europea, pubblicato il 26 marzo, ha chiarito che la Croazia è definitivamente pronta, ha chiesto che le riforme continuino, e ha negato ogni possibilità di monitoraggio post-adesione, come avvenuto invece in passato per Romania e Bulgaria.
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