FOCUS: Elezioni ucraine /1

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Il prossimo 17 gennaio si svolgeranno le elezioni presidenziali in Ucraina, le quinte da quando l’ex repubblica sovietica ha ottenuto l’indipendenza nel 1991. East Journal seguirà l’evento, spiegando quali sono le parti in causa, quali le problematiche e le sfide che il neo eletto presidente si troverà ad affrontare alla guida di un paese che occupa una posizione chiave tra Russia ed Europa, vittima e protagonista delle strategie energetiche continentali, in bilico tra Mosca e Bruxelles.

Prima di presentare i principali candidati, occorre dare uno sguardo al sistema politico costituzionale:
l’Ucraina è una repubblica semi-presidenziale (simile a quello francese) con la classica tripartizione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Il Presidente, eletto direttamente dal popolo, resta in carica 5 anni ed è formalmente il Capo dello Stato.
Il Parlamento ucraino, la Verchovna Rada è mono-camerale e conta 450 seggi. È il primo responsabile della formazione dell’esecutivo e del Consiglio dei Ministri al cui capo sta il Primo Ministro.

Le leggi, gli atti parlamentari e governativi, i decreti presidenziali e gli atti del Parlamento di Crimea possono essere abrogati dalla Corte Costituzionale, se violano la Costituzione. La Corte Suprema è il maggior organo del sistema giudiziario.

Le prossime elezioni, si è detto, eleggeranno il Presidente della Repubblica. Al voto parteciperanno 18 candidati. Secondo i sondaggi, i favoriti sono la Presidente del Consiglio Julija Timoshenko, che fu tra i protagonisti della rivoluzione arancione del 2004, e Viktor Janukovich, che fu il candidato di Mosca alle scorse presidenziali (fortemente sostenuto dai russi d’Ucraina e da Putin, che mirava a un controllo diretto del Paese) ma che oggi pare assestarsi su posizioni filo-occidentali. Meno gettonato è il Presidente in carica, Viktor Jushenko, a lungo alleato della Timoshenko nel periodo della rivoluzione arancione. Artsenij Jatseniuk, ex presidente del Parlamento (Rada), e Petro Simonenko, del partito comunista, sono gli outsider. Il ballottaggio è previsto per il 7 febbraio.

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Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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