Presentato il GAZELLE: gasdotto progettato per trasportare il gas russo proveniente dal Nordstream in Germania e Francia attraverso il territorio ceco. Il progetto mette a serio repentaglio la politica energetica varata dalla Commissione Europea per diminuire la dipendenza dalle forniture del Cremlino
Nel suo cuore geografico e culturale, l’Europa perde una grossa fetta della sua indipendenza e politica. Nella giornata di lunedì, 14 Gennaio, in Repubblica Ceca è stato presentato il gasdotto GAZELLE: conduttura progettata per aumentare le forniture di gas russo in Europa Centrale e Occidentale.
Come riportato da Natural Gas Europe, il GAZELLE rappresenta il prolungamento dell’OPAL: gasdotto che conduce in Germania il gas russo proveniente dal Nordstream.
Noto anche come Gasdotto Settentrionale, il Nordstream è stato realizzato sul fondale del Mar Baltico dal monopolista statale russo del gas, Gazprom, per rifornire di 55 miliardi dimetri cubi di oro blu all’anno direttamente la Germania, bypassando paesi dell’UE come Polonia e stati baltici.
Con la costruzione del GAZELLE, la Repubblica Ceca rafforza la sua posizione come Paese di transito del gas russo in Europa Centrale e Occidentale.
Dopo avere ricevuto il gas russo dall’OPAL nei pressi di Brandov, nel nord della Boemia, il GAZELLE attraversa la parte occidentale della Repubblica Ceca per 166 chilometri fino a Rozvadov, dove l’oro blu della Russia confluisce nel MEGAL: conduttura dalla portata di 22 Milioni di metri cubi di gas che taglia a metà la Germania per rifornire la Francia.
D’altro lato, con la realizzazione del GAZELLE Praga mette a serio repentaglio il progetto varato dalla Commissione Europea per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas e ridurre la dipendenza dell’UE dalle esportazioni della Russia, che già coprono il 40% del fabbisogno complessivo del vecchio continente.
La Repubblica Ceca in particolare giuoca un ruolo fondamentale per la realizzazione del corridoio Nord-Sud: la messa in comunicazione dei gasdotti dei paesi dell’Europa centrale che consente il trasporto nel cuore del Vecchio Continente del gas liquefatto importato da Qatar, Norvegia e Stati Uniti d’America tramite i rigassificatori di Swinoujscie in Polonia e Krk in Croazia.
Il GAZELLE rientra nel disegno politico della Russia volto ad indebolire l’Europa per mantenere l’egemonia energetica di Mosca sul Vecchio Continente.
La cerimonia di apertura ha infatti visto la presenza del Segretario di Stato presso il Ministero dell’Energia della Federazione Russa, Anatoliy Borisovich, del rappresentante del Ministero dell’Economia tedesco, Anne Ruth Herkes, e del Primo Ministro Ceco, Petr Necas.
Più che il primo ministro, il vero regista dell’operazione che ha reso la Repubblica Ceca uno dei principali Paesi di transito del gas della Russia in Europa è il capo dello stato, il conservatore Vaclav Klaus, che ha contraddistinto la sua amministrazione per la forte contrarietà all’integrazione europea, e le ostentate dimostrazioni di amicizia con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.
Le elezioni alla base della politica energetica di Praga
La condotta di Klaus, e di conseguenza la politica energetica della Repubblica Ceca, potrebbe registrare un sensibile cambiamento in seguito all’esito del secondo turno delle elezioni presidenziali ceche, che, il 25 gennaio, vedrà contrapposti l’ex primo ministro, Milos Zeman all’attuale ministro degli esteri, Karel Schwarzenberg.
Zeman, un fuoriuscito del partitosocialdemocratico ceco che ha fondato un proprio movimento di centro-sinistra, il Partito dei Diritti Civici, potrebbe non portare alcun cambiamento alla politica estera ed energetica di Praga.
Al contrario, Schwarzenberg – storico esponente del dissenso e del processo democratico ceco passato alla storia come Rivoluzione di Velluto – ha promesso di interrompere la retorica filo-putiniana di Klaus per dare un’impronta europea alla politica estera della Repubblica Ceca.
Al primo turno, avvenuto sabato, 12 gennaio, Zeman ha ottenuto circa il 24% dei voti, vincendo perlopiù nelle campagne e tra gli strati della popolazione più anziana. Schwarzenberg è stato invece sostenuto dal 23% dei votanti, perlopiù giovani, esponenti dei circoli intellettuali, e abitanti delle grandi città.