DA ATENE – Per arrivare ad Artemida, cittadina sulla costa occidentale dell’Attica a circa 30 chilometri da Atene, si può prendere uno degli autobus della linea “blu” metropolitana. Dopo un’ora di viaggio, ci si trova di fronte a spiagge chilometriche, taverne, case basse e giardini. Insomma, alla Grecia “altra”, a tratti idilliaca, in cui gli inverni paiono solo una pausa fra un’estate e l’altra.
La signora Soula, settant’anni portati col sorriso di una greca del Cairo che nella “madre patria” viene solo per trovare i nipoti, sembra confermare quella cultura dell’ospitalità greca tanto vera e falsa al tempo. Risponde sorridendo a ogni domanda, non nega il suo aiuto circa il tragitto e, dopo aver raccontato i fatti salienti della sua vita con una spontaneità disarmante, chiede come mai ci si vuole recare ad Artemida.
Qui si trova una delle ormai centinaia di sedi locali del partito neo fascista Alba dorata e, un pomeriggio alla settimana, gli uffici aprono al pubblico di iscritti, sostenitori e greci bisognosi d’aiuto. Di alimentari in primo luogo, ma anche di farmaci, medici, materiale scolastico, di chi faccia commissioni per gli anziani, di chi dia una mano a trovare un lavoro. “Alba dorata c’è”, potrebbe essere lo slogan e la signora Soula accoglie la notizia molto interessata: magari ci farà un salto anche lei, vive là accanto ma intanto è certo che informerà il suo vicino, è disoccupato e ha quattro figli.
La sede di Artemida si trova in prossimità della chiesa di Aghia Marina, nella piazza principale della cittadina; occupa un’intera palazzina su due piani, dominata dall’insegna “Alba dorata. La Grecia appartiene ai greci”. Fuori dall’ingresso, si trovano circa dieci uomini dall’aria minacciosa: vestiti di nero da cima a fondo, le polo con i simboli del partito sono d’obbligo. Capelli rasati, pantaloni militari dentro agli anfibi, molti di loro usano spesso walkie-talkie; intanto, invitano gli astanti a entrare oppure allontanarsi per motivi di sicurezza.
Una volta all’interno, si è subito accolti da un uomo che registra generalità e numero di telefono: una donna vorrebbe procedere oltre ma viene prontamente bloccata da tre energumeni e una donna che, anche loro vestiti di nero, le chiedono ripetutamente se è vero che sia greca. In pochi istanti, arriva il responsabile della sede. Gli altri lo informano con poche parole, sprezzanti: “questa sostiene di essere greca ma non vuole darci la carta d’identità”. La donna abbassa lo sguardo e, con un filo di voce, sostiene di essere siriana. “Qui è per soli greci, non lo sai?”, è la risposta mentre una mano indica le scale che portano all’uscita.
Evghenia Christou, coordinatrice del fronte femminile del partito, arriva poco dopo. È giovanissima, appena trentadue anni, mamma di una bambina di pochi mesi, che della “normalità” dei membri del partito ripete in modo quasi monotono. La figura di Evghenia sembra darle ragione: indossa un vestito semplice, appena sopra il ginocchio, sorride spesso, qui è l’unica a farlo e ha un tono di voce quieto mentre mostra il magazzino in cui vengono stivate le offerte. Evghenia, poi, introduce Tina, una psichiatra che, nel tempo libero, assiste i greci sopraffatti dalla crisi che si rivolgono ad Alba dorata. “Qui trovano qualcuno con cui parlare, qualcuno che li ascolta e che aiuterà come possibile, questo sta alla base di tutto”. Tina ha ragione, molti greci colpiti dalla crisi sono alla disperata ricerca di punti di riferimento e “Alba dorata c’è”.
Nella segreteria della sede, oltre alla sorella di Evghenia, lavora Vicky, insegnante d’asilo: registra le domande di iscrizione al partito di quelli che, tanti, hanno nel frattempo creato una fila fuori dalla porta. Vicky non ha dubbi ed è d’accordo con Evghenia: i migranti si ammazzano fra loro ma è ai fascisti che viene data la colpa; il partito, stando alle due donne, attirerebbe l’odio del sistema proprio perché fuori dallo stesso, perché estraneo al potere clientelare, perché il grande nemico di corruzione e malaffare politici. Quelli che, insieme ai “milioni” di migranti privi di documenti, hanno portato la Grecia nell’abisso in cui si trova. “Ci odiano”, conclude Evghenia, “questo noi lo chiamiamo razzismo. Razzismo contro i greci“.
Predicare razzismo all’incontrario pertanto, e tutti i sondaggi indicano Alba dorata al terzo posto delle preferenze politiche dei greci. Infiammare animi greci già portati al vittimismo per via della crisi economica si dimostra, infatti, una tattica vincente. L’ultimo episodio parlamentare di una legislatura che rischia di diventare un tenebroso elenco di “gesta” fasciste, risale a pochissime settimane fa, quando il deputato di Alba dorata Ilias Panaghiotaros ha chiesto – e ottenuto – che il governo informasse la Camera del numero di bambini stranieri ospitati dagli asili pubblici. Sennonché Ilias Panaghiotaros, nel corso dell’ultima campagna elettorale, aveva preannunciato che Alba dorata avrebbe fatto irruzione negli ospedali e nelle scuole per cacciare i migranti “che rubano il posto ai greci”.
È ormai buio quando si esce dalla sede di Alba dorata. In riva al mare, aspettando l’autobus del ritorno, la signora Soula saluta dolce: alla fine è andata anche lei negli uffici di Alba dorata, ha incontrato molti conoscenti e pare soddisfatta. L’anziana, e con lei sempre più greci, dei fascisti non ha paura. Eppure sembrerebbe fidarsi anche degli stranieri, degli sconosciuti, in una continuità ideale con la tanto decantata ospitalità greca: “Vedi quella? È la mia casa. Questo è l’indirizzo, se torni da queste parti sarò davvero felice di offrirti un caffè”. È un’ospitalità rivolta ai soli bianchi che parlano greco.
l’ho detto tempo fa e lo ripeto, questo blog era serio, molto serio. adesso si infilano contenuti di natura politica senza commentarli, senza dare posizioni, spesso strizzando l’occhio a posizioni conservatrici o di destra. ora si parla di alba dorata senza neanche un minimo di disprezzo. questi sono articoli demagogici che fanno bene ai gruppi fascisti, e quindi male a tutti il mondo
Mi permetto di non essere d’accordo, non mi sembra un articolo di esaltazione del movimento di Destra. Io invece resto colpito dalla somiglianza tra Alba Dorata e i movimenti integralisti islamici i quali fanno proseliti con un’accorta politica di beneficenza verso popolazioni angariate da pessimi governanti. La domanda da porsi é l’origine dei fondi necessari per questa politica. Nei paesi arabi i fondi provengono dal’Iran interessato a sovvertire i vicini paesi sunniti ma al movimento greco chi fornisce i fondi necessari?
Quanto al “minimo di disprezzo” penso che la politica dovrebbe avere come base non il ” disprezzo” ma la capacità di comprendere origine e cause dei movimenti.
@Fed – Margherita Dean è una giornalista di Radio Popolare che, converrai, non è un’emittente di destra. 🙂
@sig. Bonaiti – Concordo con la sua osservazione e credo che il riferimento sia a Hezbollah. Il metodo di costruzione del consenso in fondo è simile, benché Alba Dorata abbia infinitamente meno mezzi e operi in un contesto dove lo Stato, benché indebolito dalla crisi, c’è ancora ed eroga servizi. Come Hezbollah anche le Yakuza giapponesi (si legga, se vuole, l’e-book che abbiamo pubblicato in merito) erogano servizi alla popolazione come meccanismo di costruzione del consenso. Credo che sia inutile dire come il pezzo intendesse mostrare questo meccanismo, attraverso un piccolo esempio.
non ho detto che è un articolo che esalta il gruppo di destra. nè tantomeno penso che l’autrice sia una fascista… anche perchè non ho idea di chi sia.
ho detto che è un articolo che descrive il lavoro di un gruppo politico, senza fare alcuna analisi politica al riguardo. penso che non sia una cosa positiva. non ci si può fermare soltamente a descrivere PARTE, una MINIMA parte, dell’opera di un gruppo, senza fare un minimo d’analisi. si da adito a demagoghi fascisti di trarre vantaggio da descrizioni così superficiali di movimenti simili: “visto, danno pane e ascoltano le persone… sono bravi ragazzi”.
è come quando – perdonate la semplificazione – ti raccontano dei tempi fascisti in cui si stava con la porta aperta. mmm… bello, e tutto il resto?
tra l’altro ho commentato in quel modo perchè, ribadisco, penso che da un pò di tempo la linea di questo sito sia un pò cambiata. forse dovuto al cambio di redazione, o comunque di persone che inviano i loro contributi, ma è un dato di fatto che spesso è più facile, a differenza di prima, trovare articoli con posizioni conservatrici (per usare un eufemismo). ed imperiale, e la cosa mi spiace molto!
ps: paragonare alba dorata ad hezbollah è una forzatura enorme. brecht diceva “compagni,parliamo dei rapporti di proprietà”. significa che non ci si può accontentare di ciò che appare più visibile in superficie per accostare gruppi di natura così diversa, e con un lavoro politico estramente diverso. tra l’altro la destra è sempre stata serva del grande capitale, non penso che un gruppo come hezbollah, che tra l’altro è rimasto uno dei pochi blocchi antisionisti della terra di canaan, possa essere equiparato a dei fascisti come alba dorata (detto da un comunista e in quanto tale laico)
ricordo che avevi già avanzato simili dubbi in passato. Dunque, parliamone. Non c’è stato un cambio di redazione, forse qualche nuovo collaboratore, e soprattutto non sono cambiato io, che dirigo la baracca. E io sono dell’idea che ogni articolo, qualsivoglia sia l’opinione politica che esprime, abbia diritto di asilo in questo giornale purché argomentato e nei limiti di legge per quanto riguarda la stampa (tipo: “bisogna bruciare le banche” lo censuro, è istigazione alla violenza, reato configurato nella legge per la stampa 47/1948). La legge la devo rispettare, sennò chiudo 🙂 Entro questi limiti dò spazio anche a contenuti “conservatori”. La parola chiave è “anche”. La linea editoriale non è cambiata, infatti sono qui a discuterla con te.
Sull’articolo in questione. E’ un reportage, non un pezzo di analisi. E nel suo genere lo trovo pure eccellente, poiché non esprime giudizio (grande qualità del reportage) e l’autore sembra sparire. Sembra, poiché è evidente che leggiamo la realtà dal suo punto di vista, con il suo sguardo. E il suo sguardo è chiaro, ed è tutto in questa frase: ” Infiammare animi greci già portati al vittimismo per via della crisi economica si dimostra, infatti, una tattica vincente. L’ultimo episodio parlamentare di una legislatura che rischia di diventare un tenebroso elenco di “gesta” fasciste, risale a pochissime settimane fa”. Non può essere scambiato come un pezzo apologetico. Appartiene, ripeto, a un particolare genere di giornalismo che pochi, ormai, sanno fare. Si è troppo presi a dire la propria verità per fermarsi a descrivere sospendendo, per quanto possibile, il giudizio. E, inoltre, non si può slegare questo articolo dal giornale. E il giornale, altrove, ha espresso tutta la preoccupazione possibile per l’ascendere di un simile movimento.
Infine sul paragone Yakuza, Hezbollah, Alba Dorata, è un paragone di metodo, non di merito.
Matteo
1) è quello che ho detto: “[…] cambio di redazione, o comunque di chi invia i contributi”;
2) capisco, e accetto, che rispettiate i limiti della legge per evitare la chiusura;
3) l’ho detto 2 volte,con questa sono 3: non penso sia un pezzo apolegetico
4) capisco lo stile del reportage, ma penso sia un limite non fare delle analisi su un movimento di questo tipo, per i motivi espressi nei precedenti commenti.
questa mancanca l’ho trovata importante, e l’ho sottolineata visto alcuni contributi passati pubblicati con delle posizioni “conservatrici”… per cui – dato che è un giornale che ho sempre seguito con interesse – mi spiace possa prendere una deriva che per me è spiacevole.
5) la critica al giornalismo d’oggi la condivido, ma capisci bene che c’è differenza “nel dire la verità” e “nel dire la propria verità”. sai bene che il problema dei giornali e dei giornalisti d’oggi non è il fatto che danno le loro opinioni anzichè riferire semplicemente i fatti, ma il problema è che i fatti li mistificano o li omettono completamente. è questo il vero problema. e un giornale come questo che si occupa di fatti geopolitici lo dovrebbe saper bene. se io dico che la guerra in afghanistan viene fatta per il tapi anzichè per i talebani che sono stati accusati di aver fatto saltare le torri gemelle, vedresti che la gente – anche quella qualunquista – ripudierebbe quella determinata guerra, perchè troverebbe brutto andare a rompere le scatole a dei cittadini per determinati interessi geostratetici. quindi quando racconti alcuni fatti non hai motivo di dare un’opione (per es: americani schifosi, in questo caso)… basta solo esporli.
ma per un movimento politico è ben diverso. o racconti tutto quello che fa, e fai un reportage a 360°, e sappiamo benissimo cosa si tirerebbe fuori da alba dorata, o fai anche un’analisi, perchè altrimenti – come ho detto abbondantemente – rischi, se ti soffermi alle cose superficiali ed incomplete, di fare un articolo che è quasi a favore di un movimento fascista, che possa quasi suscitare – da parte di persone con pochi strumenti – simpatie!
non penso che un giornale, per essere un buon giornale, debba far filtrare qualsiasi posizione, anche se viene da soggetti con un retroterra culturale e politico antidemocratico (è una mia posizione, non mi sto riferendo all’autrice dell’articolo)
spero di essere stato chiaro. anche se non penso di aver detto nè più nè meno di prima,però… viste le vostre risposte forse qualcosa andava chiarita 🙂
@sig.bonaiti disprezzare un gruppo non significa non cercare di capire cosa sia. non mi pare che a sinistra si abbia disprezzo per il capitalismo senza studiare la sua genesi, la sua essenza e la sua deriva. credo che in politica – e lo dico da cittadino che non può esercitare il suo diritto di voto perchè non si sente rappresentato da nessun partito – ogni tanto un pò di sano odio faccia bene. odio per chi scientificamente ostacola la pace. odio per chi scientificamente crea sperequazioni di natura economica, e quindi culturale sociale etc etc, in questo mondo. c’è troppa tolleranza nei confronti di chi fa mala politica, di chi fa i propri interessi. di chi vede il diverso come un nemico. purtroppo possiamo fare i sognatori quanto vogliamo, e far credere che una rivoluzione si possa fare mettendo i fiori nei cannoni di chi comanda, di chi detiene il potere. io penso che invece, sarà perchè la storia ce lo insegna, si soccombe soltanto. allora a questo punto bisogna sporcarsi un minimo le mani, e provare a dimostrare la proprio diversità per cercare di imporsi nel cambiare le cose. anche usando parole forti nei confronti dell’avversario politico.
@Fed: Cambio di redazione? Ossia?
rilegga bene, ho detto “[…] cambio di redazione, o comunque di persone che inviano i loro contributi”
@Fed
Non ho risposto subito alle sue osservazioni: ho voluto aspettare perché ho trovato un poco sconcertante e offensivo contenuto e modi.
Inoltre, mi trovo costretta a difendere l’ovvio: come le è stato spiegato, il pezzo è un reportage e non un’analisi del fenomeno. Le due cose non possono e non devono trovarsi nello stesso testo.
Ora, io capisco come senta l’esigenza che chi scrive o parla (qualsiasi sia l’argomento o la storia in questione) esprima un giudizio: in molto giornalismo questa è la prassi. Un po’ narcisista, credo. Senza dire che così si perde di vista la storia, la notizia, il reportage o l’inchiesta. Solo che il giornalista è, prima di ogni altra cosa, un mezzo attraverso il quale la storia viene trasmessa.
Su una cosa, però, sono d’accordo: Alba dorata è un fenomeno complesso e né East Journal né io abbiamo mai pensato che con questo mio il discorso sia esaurito.
Margherita Dean
non si offenda, ma è ridicolo definire sconcertante e offensivo contenuto e modi, se lo lasci dire.
vorrei veramente capire chi ho offeso e con quali parole, e il perchè il tutto sarebbe sconcertante… questi suoi paroloni, che sembrano descrivere un altro dibattito, mi sembrano il frutto dell’incapacità di accettare una critica!
sulla prassi del giornalismo, sull’esigenza di un giudizio etc, legga la mia ultima risposta a matteo zola.
Io credo che se fosse stato un movivento di sinistra tutto il disprezzo che leggo non ci sarebbe stato……..
Chissà perchè il comunismo è ritenuto neglio del fascismo….
chissà perchè non dovrebbe essere così…
ma c’è tanta ignoranza e cattiveria al mondo, che so che lei con le sue perplessità è in buona compagnia!
Caro Fed, di Brecht abbiamo opinioni diverse. Io ricordo quando si rivolgeva ai compagni della Repubblica democratica tedesca: “Tu hai due occhi, il partito mille!” e ai morti sui reticolati del Muro di Berlino: “Noi che volevamo la gentilezza non potemmo essere gentili”.
Su Hezbolla il giudizio mi sembra estremamente riduttivo. Il Partito di Dio é in buona compagnia. I Fratelli musulmani al potere in Egitto che assassinarono il presidente Sadat colpevole di avere stipulato un trattato di pace con Israele, Hamas nella Striscia di Gaza, Al-Qaeda, i Salafiti, i Wahhabiti, i kamikaze, la Siria o quel che ne resta, gli Emirati arabi, e, per concludere, il grande sponsor e sovvenzionatore la Repubblica islamica dell’Iran, il cui presidente dell’epoca impiccò gli ultimi comunisti nel 1983. Hanno tutti in comune la distruzione di Israele, braccio dell’Occidente nella terra dell’Umma.
Viviamo in tempi complicati ma che un dichiarato comunista possa simpatizzare con convinti lettori de I Protocolli dei Savi di Sion, con uomini che lottano per il ritorno alla religione nella sua essenza più rigida con l’applicazione della Sharia avendo per obiettivo un regime teocratico, suscita in me profonda perplessità.
Sul comunismo sono profondamente d’accordo con Salvo Pavone. E’ stato col fascismo il cancro del “Secolo breve”.
Va bene, in poche parole, vi brucia leggere cosa possono fare un vecchio paracadutista e qualche ragazzo nazionalista (perché ora non potete più chiamarli nazzzzisti, pure perché sembrano turchi) . Io mi allontanerei dall’ antipatia politica ed ammetterei che… se si vuole, si può (anche allontanando gli estremisti senza capoccia) .
tra i tanti blabla (tipici dell italia) ce chi fa,w alba dorata , avanti così!!
Tre notazioni.
1- Ritengo l’articolo un buon articolo, tranne per l’ultima frase, davvero fuori contesto: “È un’ospitalità rivolta ai soli bianchi che parlano greco”.
E’ una opinione non supportata assolutamente da alcuna prova, buttata lì come fosse una cosa normale. La ritengo anche vagamente offensiva anche perché non si riferisce ad Alba Dorata (in tal caso, a prescindere se vera o falsa, potrebbe essere ricondotta nell’ambito della critica politica), ma al popolo greco tutto, amichevole con “i soli bianchi che parlano greco”. E’ una accusa piuttosto pesante per una nazione intera e anche, piuttosto superficiale. Un po’ come gli “italiani brava gente”, “francesi tutti arroganti”, “americani imperialisti”.
2- Ci si stupisce che il popolo apprezzi chi si adopera per lui? Mi sembra piuttosto normale. Su questo hanno basato il consenso tutti, non dico i regimi, ma proprio tutti i partiti. Era questo il segreto del partito comunista negli anni ’60 e ’70, tragicamente perso ora, che aiutava le masse operaie e popolari. Era questo il segreto della Lega fino a qualche anno fa, con i militanti che erano strettamente mescolati con la gente . Non solo è normale, ma mi chiedo, vi chiedo e vi invito a chiedervi: è così sbagliato?
3- Hezbollah è il braccio armato di un partito dal grande consenso in Libano, che ha innumerevoli affari nazionali e internazionali, legali e meno. Controlla interi quartieri nel sud del Libano, posti dove l’esercito nemmeno entra. I soldi dell’Iran quindi più di tanto non servono nemmeno, sanno già fare da soli gli affari per gestire l’assistenza sociale dei poveri libanesi.
Scusate la prolissità.
Alba dorata un fenomeno complesso? Ma scherzate o cosa?