È diventato legge il divieto di adottare bambini russi per i cittadini americani. Pochi giorni dopo l’approvazione da parte della Duma, Putin, che si già era detto favorevole, il 28 dicembre ha firmato il controverso provvedimento, che entrerà in vigore da domani, primo gennaio. Immediatamente dopo la Russia notificherà agli Stati Uniti il recesso dall’accordo bilaterale, firmato nel 2011, che si era reso necessario per regolare una pratica attuata da vent’anni e che ha riguardato oltre 60mila bambini.
Non solo esponenti della società civile, ma anche alcuni membri del governo erano contrari all’approvazione del testo, visto la difficoltà del paese di fronteggiare il problema dei bambini negli orfanotrofi, e Novaja Gazeta ha promosso una petizione. Niente da fare, la legge ha passato tutte le fasi e avrà effetto anche per 52 bambini la cui adozione era ormai arrivata alla fase finale: non partiranno per gli Stati Uniti, ma dovranno essere adottati in Russia.
È stata denominata “legge Yakovlev“, e prende il nome da un bambino russo adottato negli Stati Uniti trovato morto a soli due anni per essere stato dimenticato in auto. Una tragedia, che nulla ha a vedere con le armi di questa nuova guerra fredda, che sembra essere combattuta tramite provvedimenti legali. Il divieto delle adozioni è stato infatti considerato una ripicca contro il “Magnitsky Act“, che vieta l’ingresso in territorio USA e l’apertura di conti bancari statunitensi per i funzionari russi accusati di essere coinvolti nella morte di Sergei Magnitsky nelle carceri di Mosca nel 2009. Il processo per la sua morte si è concluso anch’esso pochi giorni fa con l’assoluzione di Dmitry Kratov, l’unico imputato. Magnitsky, che aveva denunciato alcuni casi di frode con protagonisti altolocati, era stato lui stesso accusato di frode e quindi incarcerato. Anche alcuni eurodeputati avevano chiesto delle sanzioni da parte dell’Unione europea contro i funzionari russi coinvolti nella sua morte, ma queste non sono mai entrate in vigore.
La legge, che probabilmente è solo la punta di un iceberg di tensioni ben più profonde, prevede anche di creare una lista nera di americani che avrebbero violato i diritti umani, verso i quali applicare sanzioni simili a quelle previste dalla lista Magnitky degli Stati Uniti, e la sospensione di Ong russe che abbiano finanziamenti americani.
Non è la prima volta, del resto, che la Russia impugna la stessa arma dei diritti umani nei confronti di chi la accusa di non rispettarli.
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