Pochi giorni fa il Primo Ministro dell’Armenia ha affermato che l‘Unione Euroasiatica potrebbe in futuro, plausibilmente già entro il 2015, avvalersi di una moneta unica, riporta il giornale russo Pravda.
Già l’estate scorsa il Primo Ministro russo Medvedev ha fatto appello alla creazione di una moneta unica per l’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Anche se alcuni sono scettici all’idea, per via degli eventi in corso nell’Unione Europea, altri sono molto favorevoli. Sempre secondo il Primo Ministro armeno l’idea darebbe più equilibrio rispetto che nell’UE, dato che l’Eurozona è formata da Paesi in cui ci sono forti disuguaglianze sia economiche che sociali, mentre i Paesi Euroasiatici sono molto più simili e omogenei e nessun Paese crescerebbe alle spese di un altro, affermando inoltre: “qual’è il punto nell’avere valute nazionali e perdere denaro nel corso di ogni trasferimento estero?”. Gli scettici però controbattono ricordando che la Bielorussia ha un sistema economico pianificato, abbastanza diverso da quello russo e kazako (anche se si sta integrando molto con l’economia russa).
L’idea in realtà si stava delineando da tempo, ma la questione su chi dovesse essere a emettere moneta non si riusciva a risolvere. 10 anni fa Lukashenko era propenso ad accogliere l’iniziativa a patto che fosse la Bielorussia ad avere il centro di emissione moneta, cosa che la Russia non poteva accettare. Un altro punto delicato è l’Ucraina, riluttante ad entrare nell’Unione Euroasiatica dato che ha uno spiraglio aperto verso l’Unione Europea. La Repubblica di Crimea, che fa parte dell’Ucraina ma ha tendenze più russofile, potrebbe giocare un ruolo in questo. I russi hanno ricordato all’Ucraina che è più appetibile il mercato russo per gli ucraini che il contrario, ma queste rassicurazioni non sono bastate. In Ucraina non escludono la possibilità di unirsi ai russi, nel caso in cui le condizioni economiche nell’UE arrivino a peggiorare. Insomma, a Kiev osservano chi sia il miglior offerente, anche se non è detto che l’UE sia pronta ad accogliere nuovi membri. Alcuni esperti ricordano che se la Russia volesse costringere l’Ucraina a seguirli potrebbe avere tanti assi nella manica, per primo il taglio di rifornimenti di energia. Comunque nell’Unione Euroasiatica tutti sono convinti che perché si raggiunga la piena integrazione è necessario che l’Ucraina si aggreghi, poiché “ad oggi gli unici mercati che possono essere autosufficienti sono quelli composti da almeno 200 – 250 milioni di abitanti”.
Una data plausibile è l’1 gennaio 2015, e probabilmente la valuta non sarà il Rublo russo ma una nuova valuta emessa da un nuova “Banca Centrale Euroasiatica”. Pravda conclude dicendo che questo potrebbe essere una creazione di una “nuova Unione Sovietica”, anche se con principi capitalistici ed economie di mercato.