L’Abkhazia è una piccola repubblica “de facto” indipendente, distaccatasi dalla Georgia dopo una sanguinosa guerra civile combattuta tra il 1992 e il 1993 e riconosciuta nel 2008 dalla Russia in seguito alla seconda guerra in Ossezia del Sud. Il governo di Mosca ha da sempre appoggiato la piccola repubblica secessionista durante e dopo la lotta all’indipendenza, intravedendo in questa situazione la possibilità di indebolire la vicina Georgia, che stava pericolosamente entrando nell’orbita della NATO. La Russia in questi ultimi anni ha fornito al paese ingenti aiuti militari ed economici, grazie ai quali l’Abkhazia ha potuto mantenere la propria indipendenza, inoltre Mosca nutre un sempre più grande interesse per la situazione socio-economica e politica della regione.
Soprattutto dopo la guerra russo-georgiana del 2008, che ha contribuito ad allontanare ulteriormente l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud da Tbilisi, si è pensato che il paese potesse direttamente entrare a far parte della Federazione Russa in un immediato futuro, dati i buoni rapporti tra le parti e la forte presenza militare che l’esercito russo manteneva nella regione fin dai tempi della guerra abkhazo-georgiana, rendendo molto difficile un ricongiungimento con la Georgia. Nel marzo del 2009 però, l’allora presidente abkhazo Sergei Bagapsh, per chiarire la situazione dichiarò al vice presidente dell’International Crisis Group che la sua repubblica non aveva come obiettivo l’unione con la Russia, ma che aveva anzi l’intenzione di costituire uno stato indipendente, legale e democratico.
Esattamente due anni dopo, nel marzo del 2011, tra i due paesi si è aperta una disputa riguardante questioni di confine. La Russia ha reclamato il villaggio di Aibga, paesino di 50 abitanti attraversato dal fiume Psou, storicamente formato da una parte nord russa e una parte sud abkhaza. Questo villaggio si trova molto vicino a Sochi, dove nel 2014 si svolgeranno le XXII Olimpiadi invernali, e la Russia vorrebbe riuscire a controllarlo per poter aumentare la sicurezza nell’area, soprattutto nelle vicinanze dell’impianto di Krasnaja Poljana, dove è presente un’attrezzata stazione invernale che ospiterà appunto le Olimpiadi. Attualmente il paesino è abitato esclusivamente da russi, e tirando le somme l’Abkhazia perderebbe poco o niente cedendo a Mosca il piccolo villaggio; ma la questione non è così semplice. Innanzitutto Aibga rappresenta un simbolo per il paese, in quanto al tempo della conquista russa del Caucaso questo paesino contava una comunità di circa 5’000 abkhasi, rappresentando un importante avamposto difensivo. Inoltre l’Abkhazia non è disposta a sacrificare neanche una minima parte del proprio territorio, in quanto è stato troppo alto il prezzo pagato per ottenere l’indipendenza dalla Georgia per poter cedere anche solo un piccolo pezzo di terra alla Russia.
Nel maggio del corrente anno il paese ha siglato con la Russia un accordo per il commercio delle merci, che ha abolito da subito i dazi all’importazione su una grande quantità di prodotti per Mosca, mentre l’Abkhazia dovrà aspettare fino al 1° gennaio 2015 per poter far entrare in vigore l’accordo. L’Abkhazia punta inoltre all’adesione all’Unione Russia-Bielorussia (entità sovranazionale e intergovernativa formata appunto da Federazione Russa e Bielorussia), di cui è membro osservatore insieme all’Ossezia del Sud, per potere aderire in seguito all’Unione doganale euroasiatica; ma per farlo dovrà aspettare prima il riconoscimento da parte della Bielorussia. Mosca da parte sua ha concesso agli abkhazi il passaporto russo, aprendo inoltre una linea ferroviaria tra Sochi e Sukhumi e allentando i controlli al confine tra i due paesi, favorendo il processo di integrazione tra l’Abkhazia e la Federazione Russa.
Per l’Abkhazia, repubblica non riconosciuta dalla maggior parte della comunità internazionale, il sostegno russo negli ultimi anni si è rivelato fondamentale, al punto che il governo di Sukhumi usa spesso confidarsi con Mosca prima di prendere decisioni importanti. L’economia abkhaza gira grazie alla Russia, che provvede anche nel fornire al paese gas e petrolio, così come il turismo e le esportazioni di vario genere rappresentano fonti di guadagno grazie soprattutto agli investimenti russi. Inoltre il Cremlino supporta militarmente la regione, garantendo la sicurezza del paese e la protezione in caso di eventuali attacchi da parte della Georgia. La Russia non solo supporta militarmente ed economicamente la regione, ma il suo peso nella repubblica caucasica è tale che spesso e volentieri influenza anche gli affari politici del paese, come durante le ultime elezioni presidenziali del 2011, che hanno riportato la vittoria di Alexander Ankvab. Il rapporto privilegiato tra l’Abkhazia e Mosca risulta quindi fondamentale per la sopravvivenza della piccola repubblica, così come per il mantenimento dell’indipendenza stessa.