UCRAINA: Con gli Hutsul contro il realismo socialista

RUBRICA: Ucraina in pillole

(cultura)

O come Ombre degli Avi Dimenticati

Definito nel 2010 dal regista serbo Emir Kusturica il miglior film della storia del cinema, Ombre degli Avi Dimenticati (Tini Zabutykh Predkiv) di Serhiy Parazhdanov, continua ancora oggi, a quasi 50 anni dalla sua uscita, a ottenere consensi e lodi sperticate anche al di fuori dell’Ucraina. Se il giudizio di Kusturica è probabilmente eccessivo, è altresì innegabile come la pellicola girata nel 1964 da Parazhdanov, regista di origine armene nato in Georgia e residente in Ucraina, rivesta tuttora un ruolo chiave in ambito culturale che trascende il perimetro dell’opera cinematografica. Il film, ispirato all’omonimo romanzo di fine ‘800 dell’autore ucraino Mykhailo Kotsyubinsky, offre infatti uno spaccato affascinante della cultura Hutsul.

Gli Hutsul – oggetto del bel racconto etnografico di Leopold von Sacher-Masoch Haydamak, il brigante, in cui lo scrittore austroungarico, a metà ‘800, li descrive come “pastori simili ai cosacchi che abitano le zone montuose”, che “mai si distaccano dai loro cavalli” – sono tornati in auge di recente grazie a Ruslana, la vincitrice dell’Eurofestival 2004.
La cantante di Leopoli – all’epoca della Rivoluzione Arancione, alfiere in gonnella di un’Ucraina che reclamava la propria indipendenza politico-culturale da Mosca anche in ambito pop – compone infatti canzonette dall’appeal radiofonico, mescolando beat elettronici e suoni etnici della cultura Hutsul.

L’operazione di Parazhdanov, che, dopo un apprendistato agli studi Dovzhenko a Mosca, era stato all’inizio degli anni ’60 tra i fondatori del Nuovo Cinema Ucraino, aveva un respiro e una portata diversa.
Tini Zabutykh Predkiv, che otterrà ben sedici prestigiosi riconoscimenti internazionali, dall’Inghilterra all’Argentina, narra la vicenda del pastore hutsul Ivan, ossessionato dalla prematura scomparsa di un’amica d’infanzia, figlia di una famiglia rivale. La trama, a ben vedere, è poco più di un pretesto che l’innovativo regista sovietico utilizza per raccontare una storia di amore e stregoneria che costituisce uno straordinario documento etnografico sulla vita degli antichi abitanti dei Monti Carpazi. Atmosfere visionarie, claustrofobiche, flussi di immagini contrappuntate da scoppi improvvisi di musica popolare, bianchi e neri sgranati che si alternano a scene a colori, Ombre degli Avi Dimenticati, omaggiando nouvelle vague ed espressionismo tedesco, è un autentico pugno allo stomaco al realismo socialista.

Se da un lato il naturalismo nella rappresentazione della vita degli Hutsul – Parazhdanov sfrutta al meglio usi e costumi locali avvalendosi del suono di strumenti musicali come trembita (sorta di lungo corno alpino), sopilka, flora, kobza e drymba – fa di questo film un prodotto affascinante che travalica i confini dell’URSS, dall’altro il rifiuto dei canoni cinematografici sovietici, in favore di una poetica sperimentale di stampo europeo, con una profonda sensibilità nei confronti della tradizione nazionale ucraina, farà scattare automaticamente sul geniale regista la scure della censura.

Nel 1973, dopo quattro anni in cui gli viene impedito di lavorare, Parazhdanov sarà arrestato con l’accusa di omosessualità e commercio illegale di opere d’arte. L’anno successivo verrà condannato a cinque anni di lavori forzati. Per quindici anni gli sarà proibito di lavorare nel cinema. Morirà nel luglio 1990 a Yerevan, in Armenia, stroncato da un tumore, dopo che negli ultimi anni le sue condizioni di salute erano progressivamente peggiorate anche per via della detenzione carceraria.

Chi è Massimiliano Di Pasquale

laurea alla Bocconi in Economia Aziendale, ha lavorato a Londra come consulente di marketing, per imprese americane e inglesi, nel settore tecnologico. Tornato in Italia si dedica alla cultura, lavorando come consulente e scrittore freelance. E' è membro dell’AISU, Associazione Italiana di Studi Ucraini e scrive di politica internazionale sulle pagine di diversi quotidiani nazionali. Nel giugno 2007, con un’intervista all’allora Presidente ucraino Viktor Yushchenko, inizia la sua collaborazione con East, bimestrale di geopolitica sull’est dell’Europa e del mondo. Ha pubblicato il libro fotografico "In Ucraina, immagini per un diario" (2010) e "Ucraina, terra di confine" (2013).

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