di Claudia Leporatti
Un membro del Parlamento Europeo del partito di estrema destra ungherese Jobbik ha proposto di creare “campi di tutela dell’ordine pubblico” per individui ritenuti un rischio per la sicurezza pubblica. L’idea sarebbe la soluzione a quella che Jobbik chiama “la questione zingara”. Lo stesso deputato, riporta il portale index.hu, ha anche suggerito di istituire una Gendarmerie nelle comunità Rom e prigioni autonome. Il deputato, Csanád Szegedi, 28 anni, sostiene che i campi di protezione da lui ipotizzati dovrebbero essere creati in primo luogo a Miskolc, sua città di nascita. I “residenti” del settore dovrebbero vivere sotto la supervisione della polizia e/o della Gendarmeria e sarebbero autorizzati a lasciare l’area controllata solo con un permesso. Coprifuoco dalle 10 di sera in poi.
La Gendarmeria
Quella di istituire una Gendarmerie è una delle idee ricorrenti nel partito estremo Jobbik. Il leader della formazione Gabor Vona ha affermato durante un discorso dello scorso agosto che un organo simile servirebbe all’Ungheria per portare “legge e ordine” tra i Rom che vivono nelle campagne magiare. La Magyar Garda, il corpo paramilitare dello Jobbik, èstata bandita dalla legge nel 2008. Nel suo discorso Vona ha poi sostenuto che nessun tentativo di integrare la popolazione Rom ha avuto successo in Ungheria, negli scorsi 20 anni.
I bambini Rom? In collegio!
Il partito, come suggerito nel manifesto di Jobbik, sostiene che una buona soluzione alla “questione Rom” potrebbe essere quella di far iscrivere nei collegi i bambini Rom. Vona sostiene che una scelta di questo tipo potrebbe portare nel lungo termine a miglioramenti nel comportamento della popolazione Rom.
Le colonie Rom
Il deputato del Parlamento europeo Szegedi ritiene che le aree apposite per le comunità Rom non porterebbero alla loro segregazione. “Non ghetti, ma colonie per proteggere l’ordine pubblico”. I primo posto da “tutelare” sarebbe Lyukóvölgy (vicino Miskolc), dove i Rom starebbero “terrorizzando la popolazione locale.”. Non servirebbe altro che un registro redatto dalla polizia locale per scoprire di chi si tratta, ha aggiunto Szegedi. Le persone in questione sarebbero quindi poste in sorveglianza, all’interno dell’ipotetica soluzione abitativa controllata. Uno status da cui potrebbero uscire, dopo aver dimostrato che i loro figli frequentano la scuola e che loro stessi partecipano ai programmi di lavori pubblici.
Carceri autofinanziate
Szegedi ha aggiunto che l’Ungheria ha bisogno di istituire delle carceri autofinanziate, perché attualmente allo stato costa troppo tenere una persona sotto chiave (250mila fiorini al mese, secondo Portfolio.hu). Secondo Szegedi, se un detenuto si rifiuta di contribuire alle spese della sua stessa prigionia, deve essere consegnato ad un impianto con “condizioni più radicali”.
E il Governo?
Parlando alla Reuters, Szegedi ha dichiarato che vista la mancanza di disponibilità ad autorizzare l’istutuzione di una Gendarmeria a livello nazionale, potrebbero essere istituiti almeno alcuni piccoli corpi paramilitari a livello locale, allo scopo di “ridurre la criminalità zigana nel Nord-Est dell’Ungheria”. Il governo ungherese, su questi argomenti, ha invitato il partito di estrema destra ha rileggere la Costituzione ungherese. Il Primo Ministro Orbán, inoltre, in una conferenza con gli ambasciatori, ha sottolineato che il governo intende rafforzare il rispetto per la dignità di ogni singolo cittadino ungherese. “Nessuna eccezione di razza o credenze filosofiche sarà tollerata. Nella politica ungherese non sono tollerabili forme di estremismo politico e nemmeno di anti-semitismo. Ogni fenomeno riconducibile a tali manifestazioni sarà immediatamente criticato, attaccato, piegato e distrutto dal governo”.
Csanád Szegedi
Un politico giovane e molto attivo nella comunicazione, caratteristica fondamentale per i membri di Jobbik. Il suo sito web è disponibile in tre lingue: ungherese, inglese ed italiano. Un portale ricco di contenuti confezionati in vari formati, dai video alle news scritte. Gli articoli si concentrano su tematiche conservatrici quali la tutela della lingua ungherese. Tra questi, troviamo un pezzo di 10 giorni fa in difesa dell’alfabeto runico usato dalle antiche popolazioni degli Unni e dei Magiari, che viene paragonato alla lingua celtica irlandese. Una lingua perseguita dagli Asburgo e dalla Chiesa Cattolica, scrive Szegedi, che è rimasta in vita fino al Settecento, anche se solo in alcune regioni tra cui la Transilvania (che oggi non appartiene all’Ungheria, ma alla Romania). Il deputato si dedica a questo tema per esortare il Governo ad inserire l’insegnamento del runico nelle scuole e sovvenzionare l’inserimento della traduzione in rune di alcune targhe e sui cartelli con stradali. Con la sua paginaFacebook, Szegedi ha raccolto per ora poco più di 500 fan (516 al 2 settembre 2010).