Vittoria dei partiti del centro sinistra alle elezioni per il nuovo parlamento in Lituania, e bocciatura per il progetto della centrale nucleare di Visaginas, nel referendum consultivo svoltosi insieme alle elezioni. Questi i risultati, già previsti dai sondaggi, dell’importante giornata elettorale svoltasi ieri in Lituania.
Primo partito del paese in voti percentuali, in attesa dei ballottaggi di domenica 28 ottobre che assegneranno definitivamente tutti i 147 seggi del parlamento, è risultato il partito del Lavoro (Darbo partija) del leader russofono Viktor Uspaskich, che ha ottenuto il 21% dei voti. Secondo partito del paese, un’altra compagine del centro sinistra, i socialdemocratici (Lietuvos socialdemokratų partija) di Algirdas Butkevičius, che ha ottenuto il 19% dei voti. Solo terzo, come peraltro nelle previsioni, il partito cristiano democratico (Tėvynės sąjunga – Lietuvos krikščionys demokratai, TS-LKD) dell’attuale premier Andrius Kubilius, che sfiora il 14% dei voti, insufficienti per mantenere la guida dell’esecutivo e per ricomporre una coalizione moderata nel prossimo parlamento. Intorno al 7% si piazzano altri tre partiti, Ordine e Giustizia (Tvarka ir teisingumas) dell’ex presidente lituano Paskas, il partito “La via del coraggio” e il partito liberale. Secondo le prime analisi post elettorali, anche in Lituania potrebbe essere necessario formare un governo di larghe intese, come già successo negli ultimi anni in Lettonia.
Nel referendum consultivo sul progetto di centrale nucleare di Visaginas invece gli elettori hanno mandato un segnale chiaro, con il 64% dei lituani che si sono detti contrari alla costruzione del nuovo impianto nucleare che dovrebbe sostituire quello di Ignalina, dismesso nel 2009. Il partito socialdemocratico si era espresso contro il progetto della centrale, per motivi tecnici e commerciali, mentre il partito del lavoro aveva lasciato aperta la porta al proseguimento del progetto. A favore era il partito cristiano democratico di Kubilius. Questo risultato, pur non essendo vincolante per le decisioni del governo lituano, ha ovviamente un forte peso politico. Inoltre potrebbe avere un effetto negativo per gli investitori internazionali interessati a finanziare il progetto molto costoso. Il leader socialdemocratico Butkevičius ha affermato di non avere al momento intenzione di abbandonare immediatamente il progetto, ma che è necessaria un’approfondita analisi su Visaginas. Intanto Lettonia, Estonia e la giapponese Hitachi, gli altri partner del progetto, attendono gli sviluppi.