Mancano le risorse economiche sufficienti per smantellare la centrale nucleare di Ignalina in Lituania, che ha da tempo cessato la sua attività. Lo ha affermato lo stesso premier lituano Andrius Kubilius.
La Lituania sostiene che le spese dello smantellamento e lo stoccaggio dei materiali radiattivi debbano essere sostenute anche dall’Unione Europea. In caso contrario Kubilius ha detto che la Lituania non sarà in grado di procedere allo smantellamento. Si sarebbe già dovuto costruire nel 2009, secondo ilprogramma di smantellamento della centrale, un impianto di stoccaggio temporaneo per le barre di combustibile, che possono rappresentare un pericolo serio per l’ambiente.
La Lituania sostiene che lo smantellamento di Ignalina non è una questione che riguarda non solo il paese baltico, ma tutta l’Unione Europea: uno dei temi discussi prima dell’ingresso della Lituania nella UE era stato proprio quello dell’obbligo di chiudere le centrali nucleari di origine sovietica, prima di entrare nell’Unione Europea.
“Questo tipo di chiusura di centrale nucleare, sostiene Kubilius, è un fatto unico. Non si hanno altri esempi del genere in Europa, quindi siamo di fronte a problemi complessi e a diverse sfide, compresa quella delle risorse economiche necessarie”.
Per lo smantellamento della centrale di Ignalina l’Unione Europa doveva prevedere uno stanziamento di circa 770 milioni di euro per arrivare all’obiettivo di smantellare la centrale entro il 2029, con un costo complessivo che si aggira sui 2,3 miliardi. Ma nella predisposizione del bilancio europeo dal 2014 al 2020 si è finora previsto solo uno stanziamento di 210 milioni di euro, secondo quanto afferma il portale EurActiv. Da parte sua la Lituania ha stanziato fino al 2013 già 1,37 miliardi di euro.
I lavori per la costruzione della centrale di Ignalina furono iniziati nel 1977 (allora la Lituania faceva parte dell’Urss) e dal 1984 la centrale entrò in funzione con la prima unità, a cui fece seguito poi l’attivazione di un secondo reattore. Dopo l’incidente di Černobyl’ nel 1986 l’attività della centrale fu parzialmente depotenziata. Nel 2004 fu chiusa la prima unità (come da accordi per l’ingresso della Lituania nella UE), e nel 2009 cessò l’attività anche del secondo reattore.
La Litunia dopo la chiusura delle attività di Ignalina ha avviato il progetto di una nuova centrale nucleare, quella di Visaginas, a cui dovrebbero partecipare anche Lettonia ed Estonia.