UCRAINA: Ritirata (per ora) la legge omofoba

Eccellente notizia che ci giunge dall’Ucraina dove il Consiglio Supremo (Verchovna Rada, in ucraino: Верховна Рада України), il parlamento unicamerale del paese, ha ceduto alle pressioni della comunità internazionale e ha ritirato, almeno per il momento, un controverso testo di legge omofobo che de facto ri-criminalizza l’omosessualità. La legge, che convertirebbe in reato anche solo parlare del tema in pubblico, é stata condannata da tutte le organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani, dall’amministrazione Obama e dalle istituzioni europee. L’annuncio del ritiro é stato dato dall’organizzazione AllOut.org che aveva lanciato una petizione internazionale (raccogliendo più di 120 mila firme), chiedendo alle autorità ucraine di ritirare la misura discriminatoria. Questo successo degli attivisti per i diritti delle minoranze sessuali in Ucraina é un esempio per gli altri paesi della regione dove, negli ultimi mesi, si sono moltiplicati i testi di legge omofobi.

Ritiro della proposta di legge #8711

Lo scorso venerdì 6 giugno il parlamento ucraino avrebbe dovuto discutere in seduta plenaria la controversa proposta di legge # 8711, della quale ci siamo già occupati qui in East Journal in un recente articolo. All’ultimo minuto, però, il testo é stato ritirato dall’ordine del giorno dei lavori della camera. La norma omofoba aveva precedentemente ricevuto il visto verde della commissione sulla libertà d’informazione e della stampa e, se fosse stata dibattuta, sarebbe stata con ogni probabilità approvata dai deputati con una larga maggioranza. In settembre, dopo la pausa estiva, il testo tornerà all’esame del parlamento e i deputati avranno un’ultima occasione di discuterlo prima dello scioglimento della camera in vista delle elezioni previste per il prossimo 28 di ottobre.

Come abbiamo detto, questa norma si prefigge di proibire la cosiddetta “propaganda omosessuale“ (cioé ogni manifestazione pubblica dell’omosessualità) in nome della difesa della “morale” e della protezione dell’infanzia. In pratica questa legge rende impossibile il lavoro delle organizzazioni LGBT nella lotta contro l’omofobia e i crimini di odio, proibisce le manifestazioni pubbliche dell’omosessualità (a partire dal Gay Pride) e criminalizza qualunque campagna di prevenzione del bullying omofobo come, per esempio, il famoso “It Gets Better Project” americano (una campagna, lanciata dall’attivista Dan Savage, che ha avuto un enorme successo negli Stati Uniti e il cui obbiettivo é inviare messaggi di appoggio agli adolescenti omosessuali via Youtube, per incoraggiarli ad aver fiducia, lottare e non cedere alle sopraffazioni e agli abusi di cui troppo spesso sono vittime da parte di coetanei e adulti omofobi). Si tratta, quindi, di un testo chiaramente liberticida che viola, tra l’altro, l’art. 10 della Convenzione europea dei diritti umani (che garantisce il diritto alla libertà di espressione e di opinione).

Condanna Internazionale

La decisione di ritirare il testo fa seguito alla mobilitazione del coraggioso movimento LGBT Ucraino che é stato efficacemente sostenuto da una grande campagna internazionale di solidarietà. Come abbiamo detto, la legge é stata duramente condannata dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa, dall’ ambasciata degli Stati Uniti e dalle principali organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani. L’organizzazione ILGA-Europe ha affermato in un comunicato che questo testo di legge stigmatizza la comunità LGBT e attenta ai principi basici dei diritti umani. Attivisti LGBT hanno inoltre organizzato manifestazioni e proteste davanti ai consolati e ambasciate Ucraini in varii paesi e una petizione internazionale, lanciata dal gruppo AllOut.org ha raccolto più di 120.000 firme chiedendo il ritiro della legge. Anche il cantante Elton John (che, lo scorso 30 giugno ha tenuto a Kiev un concerto benefico a favore della lotta contro l’AIDS), é intervenuto pubblicamente chiedendo alle autorità di far cessare le violenze contro le minoranze sessuali. Di fronte a una tale mobilitazione interazionale il regime ucraino (che attualmente si trova, tra l’altro, nel bel mezzo di un duro conflitto provocato dall’approvazione di una legge, che riconosce il Russo come una delle lingue ufficiali del paese), ha evidentemente preferito abbandonare, almeno temporaneamente, una misura che, come aveva sottolineato il Consiglio d’ Europa, avrebbe ulteriormente danneggiato le sue già difficili relazioni con le Istituzioni Europee.

Un esempio per la regione

Il direttore esecutivo di AllOut.org, Andre Banks, si é felicitato del ritiro della legge e ha affermato in un comunicato che quanto avvenuto é un successo del movimento LGBT Ucraino. Banks ha lanciato un messaggio ai governi dell’Europa Orientale ricordando loro che “il sostegno a norme anti-gay rafforza gli estremisti” e compromette le ambizioni europee di questi paesi.

La proposta di legge #8711 é infatti lungi dall’essere un caso isolato, purtroppo. Negli ultimi tempi stiamo, infatti, assistendo a una vera e propria escalation legislativa omofoba in buona parte della regione. In molti parlamenti, sono state presentate o dibattute leggi omofobe che, spesso, contano con il sostegno dei partiti di governo. La proposta di legge ucraina é, per esempio, molto simile a quella attualmente in discussione nel parlamento russo che, a sua volta, succede a una serie di leggi omofobe , delle quali ci siamo già occupati qui in East Journal, approvate recentemente a San Pietroburgo e nelle città Russe di Arkhangelsk (Arcangelo in italiano), Rjazan’ e Kostroma. Una legge simile é stata presentata in Ungheria dal partito neo-fascista jobbik, in Lettonia e é già stata approvata in Moldavia (solo a livello locale) e in Lituania dove i deputati discutono attualmente una nuova norma che inasprirebbe ulteriormente la legislazione omofoba già in vigore.

In conclusione, non possiamo che augurarci che questo ritiro da temporaneo si converta in definitivo e che il regime ucraino cessi i suoi attacchi contro la comunità LGBTQI.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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