Il premier slovacco Robert Fico ha dichiarato che il suo paese non intende più versare un euro nelle casse europee al fine di aiutare le economie in crisi, se prima i paesi meno virtuosi non metteranno ordine nelle loro finanze. Il riferimento, nemmeno velato, è alla Grecia e al Portogallo, paesi che possono permettersi standard di vita superiori rispetto alla Slovacchia pur avendo l’economia allo sfascio. Fico ha aggiunto che per lui è difficile spiegare agli slovacchi perché dovrebbero pagare per paesi che hanno stipendi e pensioni più alte. La pazienza degli slovacchi, avverte Fico, ha un limite. Questa dichiarazione “alla tedesca” viene a margine di un viaggio in Germania. Sarà stata l’aria.
Occorre ricordare al signor Fico che i soldi, l’Europa, li chiede e li dà. Un po’ la stessa cosa che sarebbe bene ogni tanto rammentare alla Merkel. Poiché l’economia slovacca è stata per anni sostenuta dai fondi europei e oggi, che i fondi vengono erogati tramite bandi, la Slovacchia non eccelle nella capacità di impiego dei fondi del programma 2007-2013. Secondo lo studio condotto dalla società di consulenza KPMG sull’impiego dei fondi strutturali, Bratislava disperde il 90% dei potenziali fondi. Ne usa circa un miliardo su dodici miliardi disponibili. Ma la Slovacchia, che i soldi europei li ha presi volentieri e ancora ne avrebbe bisogno, non vuole ricambiare. Certo, l’economia slovacca pur essendo tutt’altro che florida non è in crisi, e sicuramente Bratislava ha il merito di tenere i bilanci in ordine. Nonostante una crescita relativamente buona negli ultimi mesi, il paese è il secondo più povero in Europa e in diverse regioni il tasso di disoccupazione è molto alto con una persona su tre senza lavoro. Il governo precedente aveva avviato un piano di austerità molto pesante, e proprio sulla questione dei fondi da destinare all’Europa il governo era caduto.
I soldi “all’Europa” vengono infatti destinati al fondo di emergenza salvastati, l’European Financial Stability Facility (EFSF). La parte che tocca alla Slovacchia è di 7,7 miliardi di euro. Non è una cifra da poco per un paese che conta 5,4 milioni di abitanti. Certo sarebbe meno gravosa se Bratislava sapesse utilizzare i fondi che le sono destinati per rilanciare l’economia. Insomma, la Slovacchia si morde la coda: non sa accedere ai fondi europei e non vuole finanziare un fondo europeo salvastati. Ma la colpa, questa volta, non sembra imputabile alla matrigna Europa.
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foto: La Presse – Scene da un matrimonio
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