BALCANI: Mappe etniche e minoranze

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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2 commenti

  1. Sono molto interessanti queste mappe per chi prova a capire qualcosa del mosaico balcanico. Però faccio un po’di fatica a capire alcuni concetti: i musulmani possono essere considerati, tutti insieme, come un’etnia? che differenza c’è tra serbi e jugoslavi?

    • Provo a chiarire. I musulmani oggi presenti nei Balcani sono una delle eredità della dominazione ottomana. Certo in quel periodo la popolazione locale si è mescolata con i nuovi dominatori ma non tanto da poter dire che i bosniaci musulmani siano “altro” rispetto agli altri popoli (slavi) della regione. I musulmani in Macedonia invece coincidono con la minoranza albanese. L’Islam bosniaco e quello albanese sono diversi tra loro, il primo -pur moderato e persino laico- è un Islam che vive nella società. E’ un Islam europeo, moderato. Le moschee però non sono mai piene e quando il moezzin chiama alla preghiera molti bosniaci restano al caffé a chiacchierare. L’Islam è invece assai meno praticato dagli albanesi, eppure le tensioni sociali coi macedoni (ortodossi in maggioranza) sono più forti. La causa non è qui religiosa ma etnico-politica.

      Sulla differenza tra serbi e jugoslavi: il termine “Jugoslavia” significa “Terra degli slavi del sud”. E’ un termine che è entrato in vigore nel Novecento. Dopo la Prima Guerra Mondiale infatti venne costituito il “Regno dei serbi, dei croati e degli sloveni” poi divenuto “Regno di Jugoslavia”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il regno divenne repubblica federale socialista (quella di Tito, per intenderci). Negli anni anni Novanta la Jugoslavia è andata in pezzi, le repubbliche federali che la componevano sono diventate via via indipendenti (con differenti vicende). La Serbia è una di queste repubbliche federali. I serbi però espressero gran parte della classe dirigente durante il periodo socialista, e sono il popolo slavo del sud più numeroso. In un certo senso il crollo della Jugoslavia è stato una “separazione” dai serbi. I serbi oggi sono presenti in Krajna (regione croata a lungo contesa coi serbi durante le guerre degli anni Novanta), in Bosnia (dove hanno una entità territoriale amministrativa propria, la Repubblica Srpska), in Macedonia e in minima parte anche in Kosovo.

      Spero di aver chiarito, e non aver complicato ulteriormente le cose…

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