Il Pride di Sofia si celebrerà regolarmente, nonostante le minacce degli Ortodossi

Gli organizzatori del Gay Pride di Sofia, in Bulgaria, hanno denunciato pubblicamente i ripetuti attacchi che la chiesa ortodossa ha lanciato contro l’evento nelle ultime settimane. Questa denuncia fa seguito a una vera e propria campagna omofoba che ha toccato il suo parossismo con le gravi dichiarazioni di un prete ortodosso che ha invitato i cittadini bulgari a lapidare i manifestanti dell’Orgoglio Gay e a affogare i politici che hanno autorizzato la manifestazione. Gli attivisti bulgari hanno chiesto alla chiesa ortodossa che prenda le distanze, condannandole, da queste dichiarazioni e l’hanno accusata di stare incoraggiando implicitamente la violenza contro le minoranze sessuali.

Dichiarazioni omofobe

Il sacerdote della chiesa di San Demetrio nella città di Sliven (sud-est della Bulgaria), Evgenii Yanakiev, ha lanciato un appello a tutti coloro che “si considerano cristiani e bulgari” a attaccare il Pride di Sofia “lanciando pietre contro i manifestanti”. Yanakiev ha affermato, inoltre, che “tutti i sindaci e i ministri che tollerano tali atti dovrebbero essere affogati nel più profondo del mare con una pietra al collo”. Il comitato organizzatore dell’Orgoglio LGBT di Sofia ha risposto a queste gravissime affermazioni con una lettera aperta nella quale ha chiesto alla chiesa ortodossa che cessi i suoi attacchi e condanni pubblicamente queste incitazioni alla violenza. Cosa che. purtroppo, la chiesa ortodossa bulgara non ha fatto.

Più grave ancora, il sinodo della chiesa ha emesso un comunicato nel quale afferma che “il santo sinodo, il clero e i cristiani ortodossi si oppongono nuovamente e in modo categorico all’organizzazione di un atto così immorale. Condividiamo la convinzione irrevocabile della chiesa ortodossa che l’omosessualità é una passione anti-naturale che danneggia inevitabilmente gli individui, la famiglia e la società”. Il documento prosegue con una serie di citazioni omofobe della bibbia e si conclude con un invito a genitori e professori a non permettere “che bambini e alunni partecipino o siano testimoni di questa manifestazione così insana…che viola i diritti dei cristiani ortodossi”. Pare opportuno ricordare che non é la prima volta che la chiesa ortodossa bulgara attacca il Gay Pride e i diritti delle persone LGBT. Lo ha fatto, a dire il vero, tutti gli anni sin dalla prima edizione della marcia, nel 2008. Nel 2010, per esempio, il sinodo diffuse un comunicato molto simile a quello che ha diffuso quest’anno, nel quale si definiva il Pride una “vergognosa dimostrazione pubblica del peccato di sodoma e gomorra”.

Sofia Pride 2012

Il Pride di Sofia si svolgerà quest’anno dal 23 di giugno al 4 di luglio. L’evento, che é giunto alla sua 5° edizione, offre un interessante programma di dibattiti, mostre, feste e manifestazioni. Tra gli atti organizzati segnaliamo in particolare il Festival del cinema Sofia Pride Film Fest e la Sofia Pride Art Week, durante la quale esporranno le loro opere artisti come Mihail Vuchkov, Adriana Gerasimova, Yasen Zgurovski, Natasha Rich, Boryana Petrova e Tetch. Le celebrazioni culmineranno con la tradizionale marcia dell’Orgoglio LGBT che ricorrerà le strade della capitale Bulgara sabato prossimo (il 30 di giugno) e con l’altrettanto tradizionale concerto offerto da alcuni dei cantanti pop più popolari del paese. Numerose organizzazioni internazionali e 11 ambasciate straniere hanno dato il loro pieno appoggio all’evento, che conterà anche con la partecipazione dell’ambasciatore degli Stati Uniti, James Warlick. Nel 2010 e nel 2011 il Pride di Sofia si celebrò senza incidenti. Speriamo che, nonostante le minacce della chiesa ortodossa, anche quest’anno succeda lo stesso.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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