DA BRUXELLES. Come record non c’è male – nel giro di pochi giorni, il nuovo presidente della repubblica serba, Tomislav Nikolic, è riuscito ad alienarsi le simpatie di Georgia, Croazia e Bosnia-Erzegovina. Toma è sulla buona strada per divenire il nuovo gaffeur dei Balcani?
Riconoscere le repubbliche separatiste georgiane
Il 26 maggio, durante una visita a Mosca in cui Putin ha promesso alla Serbia un prestito di 800 milioni di dollari per opere infrastrutturali, Nikolic ha fatto capire che Belgrado potrebbe aggiungersi allo sparuto gruppo – Russia, Nicaragua, Venezuela e qualche isola del Pacifico – che riconosce l’indipendenza delle repubbliche secessioniste della Georgia, Abkhazia e Ossezia del Sud.
E ciò nonostante i problemi della Serbia col Kosovo, che dovrebbero tenere Belgrado lontano da ogni simpatia per i separatismi vari – quando non sono a casa propria: “il Kosovo dovrebbe restare sotto il controllo di Belgrado, mentre i due stati separatisti meritano l’indipendenza”, secondo Nikolic.
I sogni irrealizzabili di Nikolic sulla Croazia
La seconda tappa è un’intervista di Nikolic alla FAZ, in cui il presidente serbo in pectore indica che la Grande Serbia è rimasto il suo sogno irrealizzato, e chiama Vukovar una “città serba”:
“Ci sono sogni che un uomo non può realizzare. La Croazia è uno stato internazionalmente riconosciuto. I confini della Croazia sono sul Danubio e non ci sarà alcun loro cambiamento. Lo stesso per la Bosnia-Erzegovina. I miei sogni, al tempo in cui la Jugoslavia collassò e vennero prese decisioni su chi dovesse vivere dove, sfortunatamente non si sono realizzati. E, per come stanno le cose, non si realizzeranno mai”.
A parte lo “shock” espresso dal ministro degli esteri croato Vesna Pusic, e la subitanea smentita della stessa presidenza serba, la risposta migliore è probabilmente stata quella di Predrag Matic, ministro croato per i veterani e già prigioniero di guerra: “Sono d’accordo con Nikolic che ci sono alcuni sogni che non si realizzeranno mai. Io sognavo Claudia Schiffer, ma mi sono reso conto che tali sogni non sarebbero divenuti realtà.”
Nessun genocidio a Srebrenica
Infine il top è raggiunto nell’intervista di Nikolic del 1° giugno alla televisione montenegrina, in cui il presidente serbo afferma che “A Srebrenica non c’è stato alcun genocidio ma gravi crimini di guerra commessi da alcuni serbi che dovrebbero essere trovati, perseguiti e puniti”. Facendo riferimento ai procedimenti in corso all’Aja contro Mladic e Karadzic, Nikolic ha ricordato come “è molto difficile perseguire qualcuno e provare in tribunale che un evento si qualifica come genocidio.”
Di gaffe in gaffe. Cui prodest?
Le gaffe di Nikolic, una dopo l’altra, sembrano troppo ghiotte per essere casuali. Forse Nikolic è semplicemente troppo sincero e non è ancora entrato nel ruolo di capo dello stato, un ruolo per il quale dovrà imparare cosa si può dire e cosa si può solo pensare. O forse il suo obiettivo è di mettere in imbarazzo il presidente uscente Boris Tadic, che si accinge a prendere il posto da primo ministro in un governo di coalizione che dovrebbe garantire la continuità della politica interna, estera, ed europea della Serbia. Per come stiano veramente le cose, la coabitazione alla serba tra Nikolic e Tadic si annuncia per nulla semplice.
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