di Matteo Zola
Continua la crisi del gas tra Bielorussia e Russia. Non è ancora chiaro chi deva soldi a chi, e soprattutto qual’è il vero scopo di questa “crisi”. La Bielorussia ha un debito con Gazprom, 2o0 milioni di dollari per gas non pagato. Gazprom deve 260 milioni alla Bielorussia per l’utilizzo dei gasdotti con cui viene rifornita l’Unione Europea. Paga tu che non pago io, alla fine Minsk ha saldato il suo debito. Da dove vengano questi soldi resta un mistero.
Sembrava tutto risolto, oggi però da Minsk risuona la solita minaccia: “Se dal Cremlino non pagano entro ventiquattr’ore, chiudiamo i rubinetti verso l’Unione Europea“. Lo afferma l’agenzia Interfax: “Il mancato pagamento da parte di Gazprom per i servizi offerti da Minsk deve portare entro ventiquattr’ore alla sospensione del transito degli idrocarburi”, ha detto Lukashenko. Gazprom dal canto suo risponde che non ha più alcun debito con la Bieloroussia.
L’agenzia di stampa Reuters riporta infatti una nota di Gazprom, che afferma: “Per quanto riguarda i contratti in essere, Gazprom non deve niente alla Bielorussia”. Il monopolista russo del gas ha però accettato di rivedere i contratti di transito che verranno integrati con clausole il cui contenuto resta oscuro ma che sembrano favorevoli alla Bielorussia. A riferirlo è ancora Interfax: “Per quanto riguarda le aggiunte al contratto per il 2010, ci siamo accordati in linea di principio con i colleghi bielorussi e ci attendiamo di firmarle prossimamente”, ha detto il portavoce di Gazprom, senza entrare nel merito delle nuove clausole.
Infine una nota sul denaro con cui la Bielorussia ha pagato il suo debito di 200 milioni di dollari al Cremlino. Alessandro Ronga, del sito Ostpolitik, giornalista attento alle vicende russe, afferma che voci insistenti attribuiscono alla presenza di Kurmanbek Bakiev l’improvvisa disponibilità di denaro. Bakiev è l’ex presidente del Kirghizistan, fuggito a Minsk dopo la rivolta (pilotata dal Cremlino) che ne ha abbattuto il governo.