OSSETIA: le prime elezioni dopo la guerra, senza opposizioni

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Per la prima volta dopo il conflitto dello scorso agosto, in Ossezia del Sud hanno avuto luogo le elezioni parlamentari. I dati ufficiali parlano di un’alta affluenza alle urne, l’opposizione denuncia brogli Secondo i dati ufficiali, il partito “Unità” guidato dal presidente sudosseto Eduard Kokoity ha ottenuto il 46,38 percento dei voti e la metà dei 34 deputati del parlamento locale. Gli altri seggi sono stati ripartiti tra il “Partito Popolare” (22,53 percento, 9 mandati), fedele al presidente, e il “Partito Comunista” (22,25 percento, 8 seggi). Non è riuscito invece a raggiungere la soglia di sbarramento del 7 percento l’unico partito di opposizione presente sulle schede elettorali, “Patria”, che ha ottenuto il 6,37 percento dei voti. In seguito alle riforme approvate lo scorso dicembre, la legge elettorale dell’Ossezia del Sud è diventata nei suoi tratti fondamentali simile a quella russa: sistema proporzionale con liste di partito fisse e soglia di sbarramento al 7 percento.

Queste sono le prime elezioni dopo il conflitto di agosto ad avere luogo in questo territorio la cui indipendenza è stata riconosciuta solo dalla Russia e dal Nicaragua. I leader dell’opposizione hanno espresso dubbi riguardo alla democraticità di queste elezioni già prima del giorno del voto.

La commissione elettorale centrale ha rifiutato la candidatura di Vjačeslav Gabozov, leader del partito di opposizione “Patria”, in quanto non aveva soddisfatto uno dei requisiti della legge elettorale: l’obbligo di risiedere in modo continuativo nella repubblica per almeno cinque anni prima delle elezioni. Il corrispondente di Nezavisimaja Gazeta Jurij Simonjan in un suo articolo del 20 maggio aveva giustamente previsto che senza di lui il suo partito non avrebbe superato la soglia di sbarramento del 7 percento.

Fonte: Osservatorioa Caucaso

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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