E’ stato firmato a Zagabria il progetto di collegamento dei sistemi di gasdotti ungheresi e croati, un investimento del valore di 395 milioni di euro che dovrebbe essere completato entro la fine del 2010, completando così l’interconnessione del gasdotto Varosfold-Slobodnica. L’accordo sulla realizzazione congiunta del progetto di interconnessione della rete croata e ungherese è stato firmato dai rappresentanti dei rispetti enti nazionali che gestiscono il sistema di trasporto di gas, ossia il Presidente del consiglio di amministrazione della Plinacro Branko Radosevic, e dall’ungherese Janos Zsuga, amministratore delegato della FGSZ, ramo del trasporto del gas naturale parte del Gruppo petrolifero MOL.
Il gasdotto avrà una lunghezza totale di 298 chilometri, di cui 88 km rientranti nel sistema di distribuzione croato per il tratto Slobodnica-Benicanci-Donji Miholjac e Donji Miholjac-Dravaszerdahely, e 210 km di in Ungheria per il tratto Dravaszerdahely-Bata-Varosfold. L’intero tratto della pipeline avrà una capacità di 6,5 miliardi di metri di gas in un anno, con la possibilità che il flusso di gas venga trasportato in entrambe le direzioni, alle stesse condizioni. Il gasdotto, secondo quanto affermato da Radosevic, dovrebbe entrare in funzione nel 2011. Ogni parte contraente finanzia la costruzione del proprio tratto, il che implica che il valore della parte croata è di circa 95 milioni di euro.
La realizzazione di questo progetto consentirà ai due Paesi una maggiore sicurezza, l’indipendenza e la diversificazione dell’approvvigionamento di gas. La Croazia, in particolare, per la prima volta dopo più di trent’anni riesce a fornire un percorso alternativo di approvvigionamento di gas naturale, rispetto soprattutto a quello della Russia, ma anche ad avere accesso a depositi sotterranei di gas in Ungheria. I programmi per il futuro prevedono ulteriori interconnessioni con l’Ungheria Centrale, con la partecipazione di altri paesi interessati a rifornirsi attraverso il terminal di GNL dell’Isola di Krk, aprendo la possibilità di una successiva partecipazione ai gasdotti del Mar Caspio e alla regione iraniane. Come affermato dallo stesso Zsuga, la crisi del gas di quest’anno, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di cooperare a livello regionale.