La Serbia ha incassato da Gazprom i 400 milioni di euro pagati dal colosso energetico russo per l’acquisto del 51% di Nis (Naftna Industrja Srbije), l’Industria Petrolifera Serba.
L’intesa era stata sottoscritta a Mosca il 24 dicembre scorso alla presenza dei presidenti dei due paesi, il russo Dmitri Medvedev e il serbo Boris Tadic. Il governo serbo mantiene il possesso del restante 49% di Nis, e ha propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione e nel comitato di sorveglianza. L’accordo energetic o con Belgrado prevede anche la costruzione da parte dei russi di un gasdotto, il South Stream, destinato a far arrivare il gas russo nei Balcani passando per Mar Nero, Bulgaria, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Slovenia, fino all’Italia.
La stampa di Belgrado riporta oggi con grande evidenza la notizia dell’arrivo dei 400 milioni di euro da Gazprom. Tra gli altri, il quotidiano Blic (Lampo) nota in prima pagina come tale somma rappresenti una boccata d’ossigeno per il dinaro, la valuta serba molto indebolita negli ultimi mesi a causa della crisi globale che sta colpendo duramente anche l’economia della Serbia.