Per meglio comprendere le contraddizioni interne all’Ucraina è necessario conoscere la distribuzione etnica all’interno del paese. A tal proposito ci sembra utile vedere la distribuzione dei voti all’indomani della rivoluzione arancione che portò al governo Viktor Yushchenko nel 2004.
Quell’elezione vedeva contrapposto all’attuale Presidente ucraino Viktor Yuskenko il candidato filo-russo, Viktor Yanukovych, vero e proprio uomo di Mosca il cui obiettivo era riportare Kiev in orbita russa. Le speranze russe, come sappiamo, furono disattese ma l’esito di quell’elezione fu tutt’altro che marginale. Il paese si trovò spaccato in due parti, i cittadini di origine russa residenti nella parte orientale del paese, di confessione ortodossa, votarono in massa per il candidato di Mosca, viceversa i gli ucraini cattolici residenti nella parte orientale del paese votarono per Yushchenko. I risultati elettorali mostrarono dunque una dicotomia etnica, culturale e confessionale all’interno dell’Ucraina.
Ma quali le motivazioni di una tale disomogeneità sociale? L‘Ucraina storica, nata con il Principato di Kiev, baluardo cattolico ad oriente dell’Europa e per questo culturalmente vicina alla Polonia, annessa al Granducato di Polonia e Lituania, vide i suoi confini ridefiniti al termine della dominazione zarista. Successivamente il nuovo establishment comunista intese costruire una Federazione nella quale ogni stato membro non avesse una connotazione etnica maggioritaria al fine da prevenire l’insorgere di nazionalismi. L’Ucraina vide così i suoi confini allargati verso est e nel 1956 ottenne la Crimea, oggi fortemente rivendicata da Mosca. La cartina qui sopra riporta i risultati ufficiali delle elezioni del 2004, sotto invece i risultati elettorali del 2010 che confermano la spaccatura interna al paese.
Nell’immagine in evidenza, invece, è possibile vedere quali furono i confini del Principato di Kiev e il suo progressivo allargamento. Si vede bene come i confini meridionali del Principato (linea rossa) corrispondano all’attuale spaccatura politica del paese. Esistono quindi ragioni storiche alla base dell’attuale dicotomia.