“Ratko Mladic e’ vivo, non si fermano gli sforzi per arrestarlo e non abbiamo ragioni di cambiare la nostra convinzione che si stia nascondendo da qualche parte”. Queste le parole di Serge Brammertz, il procuratore capo del Tribunale penale internazionale dell’Aia che risponde ai familiari del super ricercato per genocidio che vogliono presentare richiesta perchè venga dichiarato ufficialmente morto. L’ex generale serbo bosniaco e‘ latitante dal 1995.
Molte versioni sono circolate in questi anni, c’è chi lo vuole vivo e vegeto a condurre una placida vita da agricoltore in Bucovina o in qualche altra località dell’Europa orientale. C’è chi pensa che, come nel caso di Karadzic, passeggi serenamente per le strade di Belgrado sotto gli occhi di tutti. C’è chi lo crede morto, magari vittima di qualche congiura.
La richiesta di ufficializzarne la morte leverebbe forse le castagne dal fuoco al governo serbo che, tra le promesse fatte all’Unione Europea, ha il compito di consegnare tutti i criminali di guerra alla giustizia internazionale o almeno di collaborare affinché i latitanti vengano scovati. E il presidente Tadic sembra impegnarsi in tal senso: grazie a lui (e alla Dea) il traffico di armi e droga con cui la mafia -legata a doppio filo con i vecchi scagnozzi di Milosevic- si finanzia, ha subito un duro colpo. E non va dimenticata la storica condanna del Parlamento serbo nei confronti del massacro di Srebrenica compiuto proprio dalla banda degli Scorpioni di Ratko Mladic.
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