SERBIA: L'arresto di Abazi divide l'opinione pubblica

di Valentina Di Cesare

Hasan Abazi, Presidente del sindacato SPMK Industrial Union (Kosovo), è stato arrestato lo scorso  28 marzo nel sud della Serbia mentre era in viaggio verso la capitale croata in vista di una riunione delle  federazioni sindacali europee, EMF, EMCEF e ETUF-TCL. La polizia serba avrebbe trattenuto illegalmente Abazi per due giorni,  senza dare la possibilità al sindacalista di contattare il proprio legale.

Dopo più di 48 ore la Corte di Giustizia di Vranje avrebbe poi ordinato la custodia cautelare di Abazi per altri 30 giorni, quindi il sindacalista dovrebbe essere liberato il 26 aprile prossimo. L’arresto di Abazi è avvenuto proprio quando Serbia e Kosovo avevano firmato un accordo valevole come presupposto alla candidatura della Serbia all’ingresso in UE relativo alla libera circolazione dei kosovari albanesi in Serbia. Sulla questione il ministro dell’interno e Vice Premier serbo Dacic ha dichiarato che l’arresto di Abazi è stata una conseguenza agli arresti avvenuti precedentemente in Kosovo ai danni di 4 serbi kosovari.

Il vice ministro ha affermato che anche se la Serbia non vorrebbe ripagare gli albanesi kosovari con la stessa moneta, in questo caso un intervento di ritorsione sembrava quasi “legittimo” al governo di Belgrado, in quanto gli arresti dei 4 serbi risalenti al 28 marzo scorso nei pressi del valico di Bela Zemlja,   sarebbero stati frutto  secondo il deputato dell’abuso di potere da parte dei kosovari albanesi a danno dei  serbi del Kosovo.

Sono molte le associazioni dei sindacalisti metalmeccanici europei che si stanno mobilitando per la scarcerazione di Abazi attraverso petizioni indirizzate al governo di Belgrado.  Il Ministro serbo per il Kosovo Goran Bogdanovic nel frattempo, ha chiesto all’Eulex di intervenire urgentemente per la liberazione dei 4 serbi attualmente in fermo nel Kosovo meridionale.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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