Vucic alla manifestazione

SERBIA: Vucic lancia il suo nuovo movimento politico, “per lo stato e il popolo”

Tra l’11 e il 13 aprile, le vie di Belgrado hanno ospitato la risposta filo-governativa alle proteste studentesche. Una tre giorni all’insegna del populismo e del nazionalismo che ha inaugurato la nascita del Movimento per lo Stato e il Popolo. Tra slogan patriottici, bandiere da record e palchi monumentali, il presidente serbo Vučić ha reso la piazza un campo di battaglia politico, ma per ora sembra uscirne sconfitto.

Una piazza mezza piena

Il Partito Progressista Serbo di AleksandarVučić ha orchestrato un’operazione di comunicazione su vasta scala per assicurarsi che la kermesse “Ne damo Srbiju” – “Non rinunceremo alla Serbia” -, non risultasse un insuccesso.

Per riempire le piazze di Belgrado sono stati organizzati autobus da ogni angolo del paese e da Kosovo e Bosnia. Secondo testimonianze raccolte da Radio Slobodna Evropa, ai partecipanti sono state offerte pljeskavice gratuite e buoni pasto come incentivo alla presenza e, in molti casi, è stato loro chiesto di firmare un modulo di presenza, mentre alcuni dipendenti pubblici hanno denunciato pressioni tacite, se non esplicite, da parte dei superiori per garantire la propria adesione.

In particolare, una campagna interna ha coinvolto i dipendenti della Poštanska Štedionica, una banca pubblica. In una registrazione audio pubblicata da Nova.rs, Nataša Marković, membro del consiglio d’amministrazione della banca, esercita pressioni dirette sul personale affinché partecipi alla manifestazione, affermando che “è dalle casse dello Stato che mangiano il pane”.

Quanto all’effettiva partecipazione, l’organizzazione non governativa serba Archive of Public Gatherings ha stimato circa 55.000 presenti, un dato significativamente inferiore rispetto a quella dichiarata dal presidente Vučić, che ha parlato di cifre “tra 126.735 e 128.080”. Un divario così ampio tra i partecipanti effettivi e quelli dichiarati dal Presidente serbo è solo l’ultima dimostrazione di quanto sia lontana dalla realtà la narrazione ufficiale. Dopotutto, nella giornata di chiusura della manifestazione, Vučić ha deliberatamente modificato il contenuto di una lettera scritta da un bambino per scopi propagandistici.

Un movimento contro la “rivoluzione colorata”

La manifestazione è stata promossa per lanciare ufficialmente il Movimento per lo Stato e il Popolo, il quale “salverà la Serbia dalle forze che stanno lavorando per distruggere il paese”. Il Movimento nasce come un’entità sovra-partitica, che dovrebbe unire il Partito Progressista Serbo, i suoi alleati e la società civile.

Tuttavia, al momento, il Movimento per lo Stato e il Popolo è privo di contenuti programmatici. Sebbene Vučić ne abbia anticipato la creazione già nel marzo del 2023, ora che il Movimento è finalmente realtà, manca di un manifesto politico, di una struttura e di una base popolare.

Ad oggi, le idee del Movimento sono poche e confuse, ma tra queste c’è sicuramente l’opposizione alle proteste degli studenti. Non a caso, presso gli stand sono stati distribuiti adesivi con la lettera “Ћ, iniziale della parola Ćaci, con cui gli studenti chiamano i loro colleghi che supportano la linea governativa. Dunque, si potrebbe ipotizzare che i vertici del Partito Progressista Serbo abbiano rispolverato una vecchia idea per rilanciare l’immagine del presidente all’indomani della formazione del nuovo governo e rispondere alle proteste studentesche nel loro campo da gioco: le piazze.

Infatti, per l’occasione, le vie di Belgrado sono state addobbate a festa, a partire dal Parlamento, che è stato persino illuminato da spettacoli pirotecnici. Per il resto, l’impressione era di uno spettacolo patriottico: tra stand di musei locali, gazebo di enti turistici e persino un’installazione multimediale dedicata ai monumenti nazionali, l’evento ha giocato sul nazionalismo per contrapporsi alle istanze studentesche, definite “pilotate da poteri stranieri”. Infatti, a dominare la scena è stata una bandiera serba lunga 200 metri, srotolata lungo il viale Nikola Pašić.

In questo contesto, si sono verificate anche delle aggressioni ai danni di giornalisti di media indipendenti. Tra gli episodi più gravi, l’aggressione verbale e fisica subita da Zoran Strika, caporedattore di Radio 021, attaccato da gruppi di manifestanti filo-governativi. Ma anche RTS, la televisione pubblica serba, non è stata esente dalle critiche. Infatti, nel suo intervento, Vučić ha accusato l’emittente di essere un “attore chiave” in quella che ha definito una “rivoluzione colorata”, espressione con cui il presidente serbo allude a tentativi di destabilizzazione promossi dall’opposizione con l’appoggio dell’Occidente.

Il Movimento nei palazzi del potere

Alcuni analisti ritengono che il Movimento per lo Stato e il Popolo sia un tentativo di fornire una nuova immagine e identità al Partito Progressista Serbo, che sta perdendo progressivamente supporto popolare.

Pertanto, non stupisce che molti dei nuovi ministri del recente rimpasto di governo siano tra i fondatori del nuovo movimento. Tra questi, anche il primo ministro Djuro Macut, una figura tanto sconosciuta in ambito politico, quanto fedele a Vučić.

Il Movimento per lo Stato e il Popolo, per ora, non sembrerebbe essere un collante tra Partito Progressista Serbo e società civile, quanto una nuova versione del Partito Progressista Serbo, da cui pescare nomi non ancora finiti nel mirino delle proteste studentesche. Resta da vedere se tale Movimento riuscirà davvero a conquistare un posto nello scenario politico serbo o se si rivelerà solo un’operazione di facciata destinata a esaurirsi con l’onda lunga delle proteste.

Foto: FoNet

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