Come l’Azerbaijan sfrutta il calcio per la sua politica estera

Svariate autocrazie in giro per il mondo utilizzano lo sport per “ripulire” la propria immagine agli occhi dell’opinione pubblica internazionale. Seguendo l’esempio dei suoi vicini del Golfo, l’Azerbaijan è stato particolarmente attivo in queste pratiche di cosiddetto sportwashing. Grandi eventi, sponsorizzazioni e persino i nomi delle squadre del campionato di calcio azero sono sfruttati dal regime di Aliyev non solo per migliorare la reputazione internazionale dell’Azerbaijan, ma anche per portare avanti i suoi obiettivi regionali di politica estera.

FK Qarabağ e la propaganda di guerra

La squadra di calcio FK Qarabağ è stata costretta a spostarsi nella capitale quando le forze armene hanno preso il controllo di Agdam durante la Prima Guerra del Nagorno-Karabakh. Al seguito di numerosi problemi finanziari,  nel 2001 la società si ritrova sull’orlo del fallimento. Proprio in quel momento, il club viene salvato dal gruppo Intersun, controllato dai due fratelli Abdolbari e Hasan Gozal, vicini al governo azero. Come riportato dall’Independent, il via libera per l’acquisto della società sarebbe arrivato dallo stesso Heydar Aliyev, ex presidente e padre dell’attuale Capo di Stato.

Ad inizio anni 2000, il “club rifugiato” inizia la sua ascesa supportato da ingenti fondi provenienti da gruppi oligarchici filogovernativi. Dal 2014 comincia stabilmente a qualificarsi per le maggiori competizioni europee. Nel 2017 diventa addirittura il primo club azero nella storia ad accedere alla fase a gironi della Champions League, massima competizione calcistica europea per club. Le apparizioni in alcuni dei tornei di calcio più popolari al mondo hanno consolidato l’associazione tra Karabakh e Azerbaijan, sottraendo il nome alla tradizione armena. La propaganda interna dedica una grande attenzione a questo progetto sportivo e non perde occasione di enfatizzare il valore simbolico dei successi della squadra all’interno della disputa territoriale del Nagorno-Karabakh.

Lo stesso club utilizza la sua crescente esposizione mediatica per supportare la retorica governativa sul conflitto. Durante la guerra del 2020 la UEFA (federazione calcistica europea) ha emesso una diffida contro il Qarabağ a causa dei saluti militari eseguiti dai suoi giocatori prima di un match internazionale e ha radiato il suo responsabile della comunicazione, Nurlan Ibrahimov, per aver lanciato sui suoi social un appello “a uccidere tutti gli armeni, giovani e vecchi, senza distinzione”.

Eventi e sponsorizzazioni

In termini di visibilità, l’esempio più significativo di sportwhashing è sicuramente il Gran Prix di Azerbaijan di Formula 1, che si è svolto ogni anno a partire dal 2017. Il governo azero, però, ha mostrato molto interesse anche per gli eventi del mondo del calcio. Nel 2019 Baku ha ospitato la prestigiosa finale di Europa League tra Chelsea e Arsenal (qui abbiamo raccontato il caso legato al giocatore armeno Mkhitaryan). La partita ha suscitato molte critiche, sia da parte delle organizzazioni non-governative, che hanno denunciato i tentativi del governo azero di usare lo sport per nascondere i suoi abusi, sia da parte degli adetti ai lavori, che hanno lamentato considerevoli problematiche logistiche ed organizzative legate all’evento. Nonostante le controversie che hanno accompagnato la finale, la UEFA decide di disputare in Azerbaijan quattro partite del campionato europeo di calcio per nazionali UEFA Euro 2020, rinviato al 2021 a causa della pandemia di Covid-19.

L’Azerbaijan ha anche lavorato sul fronte delle sponsorizzazioni. La compagnia statale petrolifera SOCAR è stata uno dei principali sponsor della UEFA tra il 2013 e 2020, proprio negli anni in cui Baku inizia ad essere coinvolta nell’organizzazione di importanti competizioni continentali. Il rapporto è stato interrotto a causa della pubblicazione di contenuti aggressivi riguardante la Seconda Guerra del Nagorno-Karabakh da parte dei profili social della SOCAR.

Il governo azero ha finanziato diverse squadre calcistiche europee con lo sponsor “Azerbaijan – Land of Fire”. La scritta è apparsa nella maglietta dello Sheffield Wednesday, una squadra di serie B inglese, del Lens, squadra francese di Ligue 1, e soprattutto dell’Atletico Madrid, che con lo sponsor governativo sulla divisa ha addirittura giocato la finale di Champions League del 2014.

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