Repubblica Ceca

Cechia e Ucraina si sono alleate anche nello spazio

Il lancio del primo satellite congiunto è ora di dominio pubblico, mentre il rapporto tra Cechia e Ucraina si stringe sempre di più.

Lo scorso 20 marzo la testata di informazione Militarnyi, vicina alle forze armate ucraine, ha reso noto che da fine gennaio il progetto di spionaggio spaziale in coabitazione con il partner ceco è ufficialmente operativo. Il governo di Petr Fiala, dal canto suo, ha chiuso con questo annuncio un mese di grande protagonismo in chiave anti-russa, coerente con la postura assunta per tutto il triennio di guerra e immune ai segnali opposti in arrivo da oltreoceano.

Il nuovo accordo

L’articolo pubblicato da Militarnyi, e ripreso rapidamente sia dalla stampa locale sia da quella internazionale, descrive nel dettaglio le funzionalità di TROLL, piattaforma satellitare concepita dall’azienda spaziale ceca TRL Space, e spedita in orbita già da alcune settimane per le prime operazioni di raccolta dati. A breve sarà raggiunta da DRAK, dispositivo realizzato in tandem dai due paesi e connesso più strettamente all’esercito di Kiev. Sono i primi due pezzi di quello che, nella mente dei suoi creatori, dovrà diventare un sistema di intelligence molto ampio in termini di tecnologie e di fruitori, aperto in particolare ai paesi dell’Europa centro-orientale.

TROLL è stato dotato di una telecamera iperspettrale, di un sistema di mappatura dei satelliti antagonisti, e di un software di intelligenza artificiale in grado di elaborare autonomamente parte delle immagini ottenute, prima di inviare il resto alla stazione di controllo in territorio ceco, tramite comunicazione criptata. Si tratta di un equipaggiamento che permette di distinguere sulla superficie terrestre gli elementi naturali da quelli artificiali; di registrare alterazioni del suolo, della vegetazione e delle acque; di rilevare fonti di energia e di calore. Emergono chiaramente quindi i suoi obiettivi strategici e di controllo, soprattutto sulle manovre degli apparati della Federazione Russa.

L’accordo tra i governi di Cechia e Ucraina era nato infatti nell’autunno 2022, pochi mesi dopo l’invasione del 24 febbraio, restando poi a lungo sospeso sulla carta. Il recente cambio di amministrazione al vertice degli Stati Uniti (e della NATO) ha però scosso il sistema euro-atlantico. Ecco allora che le tempistiche di attuazione del progetto, e della sua comunicazione, potrebbero non essere casuali. Proprio pochi giorni prima Washington, dopo il duro scontro Trump-Zelensky, aveva imposto la chiusura delle comunicazioni di intelligence con Kiev. Si era resa così necessaria la ricerca di una soluzione alternativa, e Praga è stata la prima ad attivarsi per l’alleato ucraino.

L’irriducibile governo Fiala

L’annuncio di TROLL rappresenta il culmine di una fase in cui il governo ceco si è distinto in prima linea sul fronte anti-russo. Un protagonismo che colpisce alla luce di una dinamica internazionale ormai molto diversa da quella del 2022. Il Primo ministro Petr Fiala e la sua coalizione, sempre coerenti in politica estera, si ritrovano ora controcorrente rispetto all’onda trumpiana che spinge per la trattativa e per la fine delle ostilità in Ucraina, raccogliendo ampi consensi sulle due sponde dell’Atlantico. Non solo, Praga rappresenta un unicum anche rispetto al suo estero vicino: Slovacchia, Ungheria, una Germania ancora indecifrabile, e perfino una Polonia in cortocircuito tra la necessità di tenersi stretto l’alleato americano e l’intransigenza verso Mosca.

Della stessa natura poi è il caso intorno a Radio Free Europe e all’appello pubblico del ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky, un altro atto di supplenza rispetto alla volontà di Washington, contraria a mantenere  personale e finanziamenti per l’emittente simbolo della Guerra Fredda. Lipavsky si è rivolto ai partner europei per ottenere il sostegno necessario alla sopravvivenza della Radio, che dal 1995 ha fissato la sua sede proprio in riva alla Moldava. Negli ultimi giorni una sentenza giudiziaria sfavorevole a Trump pare aver imposto uno stallo almeno su questa partita.

Anche riguardo al riarmo, infine, Fiala si è confermato un vero e proprio irriducibile. Già sostenitore del piano europeo di Ursula Von der Leyen, il premier si è recentemente espresso in favore di una leadership più marcata di Francia e Regno Unito sul continente, in quanto potenze nucleari in grado di esercitare deterrenza nei confronti dell’antagonista Russo. Nel frattempo SPOLU, la coalizione di governo, sta pianificando l’aumento delle spese militari anche per l’esercito nazionale, con l’obiettivo a breve termine di portarle dal 2% al 3% del PIL.

Una simbiosi a orologeria?

Se all’estero Bruxelles, Londra e Parigi sono ormai gli interlocutori privilegiati di Fiala, all’interno gli elettori lo stanno inesorabilmente abbandonando. L’opposizione, guidata da Andrej Babis e dal suo movimento (Akce Nespokojených Občanů – ANO), ha avuto gioco facile ad attaccare il governo sulle criticità finanziarie e strategiche legate a una scelta di campo così netta.

Le accuse di sostegno a Putin non fanno presa sulla base, che secondo gli ultimi sondaggi premia nettamente ANO. Con le consultazioni parlamentari alle porte, la simbiosi Praga-Kiev potrebbe essere ancora tanto intensa quanto breve.

Immagine tratta dal profilo FB di EUSPA

Chi è Enrico Brutti

Si è laureato in Storia all'Università degli studi di Padova

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