Polonia Cechia

Bologna: Schegge di Mitteleuropa alla Festa internazionale della storia

In occasione della rassegna bolognese si punterà lo sguardo anche verso oriente, con Polonia e Cechia protagoniste.

Tra il 5 e il 13 aprile andrà in scena la XXI edizione della Festa internazionale della storia. Organizzata dall’Università di Bologna, con il supporto delle numerose realtà culturali del territorio, essa richiamerà nel capoluogo nomi illustri dell’accademia e della divulgazione, studenti di tutte le età e cittadini appassionati.

Tra i numerosi approfondimenti previsti non mancheranno le connessioni della città con il cuore del continente europeo, in particolare quelle tracciate dal secondo Corpo d’armata polacco durante la guerra di liberazione del 1944-45, e quelle evocate da Angelo Maria Ripellino tra le pagine di Praga magica.

La piccola Polonia di Wladyslaw Anders

Sabato 12 aprile, presso il Cimitero militare polacco di San Lazzaro di Savena, si terrà l’incontro dal titolo La cultura che salva. Mente e voce dell’evento sarà Manuela Capece, collaboratrice del Museo civico del risorgimento e dell’Associazione amici della Certosa di Bologna, ma nota ai lettori di East Journal soprattutto per Fluttuando sulle linee, progetto interamente dedicato all’Europa orientale. La cultura al centro del dibattito invece sarà quella creativa e poliedrica espressa dal secondo Corpo d’armata polacco, grande esercito itinerante della Seconda guerra mondiale creato nei gulag siberiani, addestrato in Medio Oriente e impegnato nella penisola italiana fino all’ingresso trionfale nel centro di Bologna del 21 aprile 1945.

Nel giugno 1941 l’avvio dell’Operazione Barbarossa costrinse Stalin a cambiare atteggiamento nei confronti dei polacchi, considerati fino a quel momento semplice merce di scambio con il Reich hitleriano. Un rapido accordo con Władysław Sikorski, capo del governo in esilio, permise ai prigionieri di ricostituire una forza armata da impiegare sul fronte occidentale. Dopo un’odissea infinita attraverso il continente asiatico, alla fine del 1943 un’esercito di oltre 50.000 unità sbarcò sulle coste pugliesi al seguito del generale Władysław Anders. Nei mesi successivi i polacchi furono protagonisti di dure battaglie sul suolo italiano, coadiuvati dalle truppe anglo-americane e da formazioni antifasciste italiane.

Il fiume Sangro, l’Abbazia di Montecassino, la costa adriatica, la Linea gotica, questi i teatri che segnarono le imprese ma anche il sacrificio del secondo Corpo d’armata. Furono quasi 4000 infatti i polacchi caduti durante la guerra di liberazione e il Cimitero militare di San Lazzaro, situato pochi chilometri a est di Bologna, ne ospita ben 1432 (le altre sepolture sono collocate nei siti di Loreto, Cassino e Casamassima).

Ma la storia dell’esercito di Anders non si esaurisce nell’epica militare. La sua composizione e le peculiari vicissitudini che lo accompagnarono ci lasciano un’eredità più profonda fatta di teatro e di letteratura, sempre presenti nella quotidianità dei soldati grazie alla presenza di artisti e intellettuali tra le loro fila; di partecipazione delle donne, impiegate nei servizi ausiliari soprattutto come autotrasportatrici; perfino di goliardia, come testimonia l’incredibile storia dell’orso Wojtek, membro effettivo del corpo polacco per oltre due anni. Ingredienti di una vicenda appassionante ma ancora poco nota al grande pubblico.

Da Bologna a Praga magica

Quattro giorni prima, a pochi passi dal centro, la Biblioteca universitaria Walter Bigiavi e l’Associazione culturale italo-ceca Lucerna organizzeranno una conferenza dedicata allo slavista siciliano Angelo Maria Ripellino. Autore di fama internazionale, la sua traiettoria biografica e accademica, come emerge dal titolo stesso dell’evento, costituisce un vero e proprio ponte tra l’ateneo emiliano e la capitale boema.

Dedito inizialmente alla letteratura russa, dopo la Seconda guerra mondiale un soggiorno di studio in una Praga tormentata dalle crescenti pressioni comuniste cambiò la sua vita. Ripellino ottenne la prima cattedra di letteratura ceca proprio all’Università di Bologna, dove si fermò fino all’iniziò degli anni ’50. In questo periodo coltivò anche un fitto rapporto epistolare con il poeta Vladimir Holan, attraverso il quale sviluppò ulteriormente il suo interesse verso la cultura boema.

Ma l’apice dell’immedesimazione coincise con i tragici fatti del 1968: Ripellino, inviato dell’Espresso a Praga nei giorni della primavera del governo Dubcek, ne raccontò dolorosamente la fine sotto il peso dei carri sovietici. Anche da questa esperienza scaturì probabilmente il suo capolavoro letterario Praga magica, pubblicato da Einaudi nel 1973. Nel testo l’autore fece rivivere storie, miti e leggende della città, nascoste in quel periodo dalla coltre della normalizzazione. Un libro che ancora oggi non smette di ispirare studiosi e viaggiatori.

Immagine dalla pagina Facebook della Festa internazionale della storia

Chi è Enrico Brutti

Si è laureato in Storia all'Università degli studi di Padova

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