Molto si è detto sull'uso dell'AI, l'intelligenza artificiale usata nella post produzione di The Brutalist, ma poco si è approfondito.

CINEMA: The Brutalist ed AI, la verità sul caso

Molto si è detto sull’uso dell’AI, l’intelligenza artificiale usata nella post produzione di The Brutalist, ma poco si è approfondito.

Ha suscitato lo scalpore dinnanzi a tutto il mondo cinematografico la rivelazione del montatore Dávid Jancsó (montatore, figlio del regista Miklós e collaboratore abituale di Kornél Mundruczó), ovvero che durante il montaggio di The Brutalist avrebbe utilizzato un sistema AI per ritoccare la pronuncia dei due attori protagonisti del film, Adrien Brody e Felicity Jones, nelle scene in cui parlano in ungherese. Lo scandalo è immediato: Brody era in vetta alla classifica per la corsa all’oscar per il miglior attore, e questo vorrebbe dire, a detta della voce del web, che avrebbe “barato per vincere” i premi già ottenuti.

Nonostante l’insistenza della maggior parte delle testate di descrivere il processo come un semplice “upload” della voce di Brody in un software, Jancsó ha spiegato il processo nel dettaglio: sarebbero state sostituite vocali singole nel massimo rispetto della preservazione delle performance (fonte: The Guardian). Inoltre, il sistema utilizzato è Respeecher, di sviluppo ucraino – un’azienda che aveva già collaborato a Hollywood a partire dalla serie Star Wars The Mandalorian, uscito nel 2021 – la notizia all’epoca non passò inosservata alle maggiori testate, ma non ci fu una reazione di alcun genere. La tecnologia di Respeecher non è un sistema di AI Generativo – ovvero quella forma di AI che genera nuove creazioni in base a prompt scritti, che è la forma di AI al centro della maggior parte dei dibattiti – si tratta invece di un sistema che necessita di una fonte originaria. Nel sito, l’azienda promuove un utilizzo di sistemi AI etici e sempre legati all’intervento umano.

Per chi ha visto il film – come abbiamo fatto noi a Venezia, attraverso un madrelingua ungherese – sembra evidente che questo sistema è stato utilizzato per alcune sequenze specifiche, nelle quali la voce fuori campo dei due protagonisti legge delle lettere, in un ungherese perfetto. Pur avendo insistito sull’impeccabilità della pronuncia degli attori nelle scene in cui effettivamente recitano in lingua ungherese, va sottolineato che è possibile percepire alcuni sporadici errori di pronuncia da parte di Brody e Jones.

Per quanto riguarda l’accusa dell’utilizzo di AI generativo per la creazione di immagini di strutture architettoniche in una sequenza finale del film, il regista Brady Corbet ha già smentito.

La sufficienza e misinformazione con cui la notizia è stata da pressocché tutte le grandi testate nazionali ed internazionali dimostra, ancora una volta, che c’è un doppio problema importante: il mondo della comunicazione giornalistica sembra sempre meno attrezzato ad un approfondimento adeguato e responsabile dei temi, e soprattutto, rimane una generale ignoranza legata al tema dell’AI.

The Brutalist esce nelle sale italiane a partire dal 6 Febbraio (in pellicola 70mm in alcune sale limitate già dal 23 Gennaio), e resta uno dei migliori film dello scorso anno.

Chi è Viktor Toth

Critico cinematografico specializzato in cinema dell'Europa centro-orientale, collabora con East Journal dal 2022. Ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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