Il vertice di Malta di inizio dicembre chiude tre anni difficili per l’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, a lungo paralizzata dalle tensioni con la Russia. Sono stati nominati i nuovi vertici dell’organizzazione, ma manca ancora un bilancio.
Le nuove cariche
Sono state decise venerdì scorso a Malta le nuove alte cariche dell’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Il turco Feridun Sinirlioğlu è stato annunciato come segretario generale dell’OSCE mentre la greca Maria Telalian è stata nominata Direttrice dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR). L’olandese Christophe Kamp assumerà l’incarico di Alto Commissario per le minoranze nazionali (HCNM), mentre il norvegese Jan Braathu quello di Rappresentante per la libertà dei media (RFoM).
L’accordo è stato accolto con sollievo, dopo che i negoziati sulle alte cariche erano rimasti bloccati per mesi, dopo che un precedente pacchetto di nomine non era stata accettato. La presidenza maltese, guidata dal ministro degli esterni Ian Borg, ha annunciato che l’OSCE può ora aver “certezza su coloro che la guideranno nei prossimi anni”. Per includere i candidati di Grecia e Turchia, è rimasto escluso il ministro degli esteri albanese Igli Hasani, candidatura considerata tra le più competenti per la posizione.
Diplomatico di carriera, Sinirlioğlu è attivo dagli anni ’80, salendo di grado fino a diventare consigliere speciale del primo ministro nel 1991 e brevemente ministro degli esteri nel 2015. Da 2016 è stato rappresentante permanente della Turchia presso l’ONU. Sinirlioğlu è considerato inoltre una controversa persona di fiducia del presidente turco Erdoğan, e pertanto meno inviso anche alla Russia.
All’annuncio dell’accordo sul suo nome come nuovo segretario generale OSCE, Sinirlioğlu ha affermato di prenderne atto “con un profondo senso di orgoglio e dovere” e di prepararsi ad “affrontare le sfide della regione OSCE, non da ultimo in Ucraina”, preparandosi a “fare da ponte tra gli stati partecipanti” al fine di trovare soluzioni.
Malgrado l’accordo sulle nomine, i 57 paesi partecipant non hanno preso una decisione sul bilancio dell’organizzazione per il 2024. E’ dal 2021 che l’OSCE procede senza un budget annuale.
Quale futuro per l’OSCE
Descrivendo l’OSCE come “in una situazione di stallo, di fronte a divisioni geopolitiche fondamentali e paralisi istituzionale”, il ministro degli esteri Ian Borg ha affermato che Malta si è sentita “costretta” ad assumere la carica un anno fa. “In quel momento, Malta si è dimostrata all’altezza della situazione, credendo fermamente nello scopo dell’OSCE e nel suo ruolo vitale nel promuovere la pace, la sicurezza e il dialogo”, ha affermato. Borg ha detto che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha “non solo devastato milioni di vite, ma ha anche pesso in discussione le fondamenta dell’architettura di sicurezza dell’Europa”.
Alla domanda del Times of Malta se fosse giunto il momento di sospendere la Russia dall’OSCE, come richiesto dallo stesso ministro degli esteri polacco Radosław Sikorski, Borg ha sottolineato la necessità del dialogo. “Preferirei che gli altri 56 [paesi]… dicessero alla Russia allo stesso tavolo di fermare questa guerra e di ritirarsi dal territorio sovrano dell’Ucraina”, ha detto. Sinirlioğlu ha rifiutato di rispondere alla stessa domanda.
Il dialogo è rimasto comunque effimero. Alla riunione ministeriale, il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov – alla sua prima visita in un paese UE dall’invasione dell’Ucraina – è arrivato in ritardo e ha preso la parola per attaccare gli altri paesi membri, per poi lasciare la riunione prima dell’intervento degli Stati Uniti.
Rivolgendosi all’OSCE prima di assumere la presidenza rotativa per il 2025, un rappresentante della Finlandia ha affermato che il suo paese avrebbe assunto la posizione “con un senso di responsabilità e determinazione”. E’ chiaro che Mosca non mostrerà certo più cooperazione diplomatica con il paese nordico, da poco entrato della NATO.
Foto: Times of Malta