La Croazia si appresta ad andare ad elezioni per eleggere il prossimo presidente della Repubblica. Attualmente vi sono 13 candidati, ma la sfida sarà tra il candidato dell’Unione Democratica Croata (HDZ), Dragan Primorac, e il presidente uscente Zoran Milanović, sostenuto dal Partito Socialdemocratico (SDP). Il primo turno avrà luogo domenica 29 dicembre, mentre l’eventuale ballottaggio è previsto il 12 gennaio.
L’HDZ punta tutto su Primorac
L’Unione Democratica Croata, guidata dall’attuale primo ministro Andrej Plenković, ha scelto di sostenere la candidatura di Dragan Primorac, popolare ex-ministro della Scienza, Educazione e Sport dal 2003 al 2009 nel governo guidato Ivo Sanader. Dopo la sua esperienza politica, Primorac ha deciso di tornare alla carriera accademica nella quale si è affermato come genetista e pediatra forense. La particolarità di Primorac, oltre ad essere un candidato di fatto indipendente, in quanto ufficialmente fuori dall’HDZ da diversi anni, sta nel programma. Primorac, difatti, sta portando avanti una proposta piuttosto moderata con toni più rassicuranti di Milanović, che è noto ai croati per il suo linguaggio aggressivo e provocatorio.
Primorac si presenta forte del sostegno dell’HDZ e del primo ministro, Andrej Plenković, uscito formalmente vincitore dalle elezioni parlamentari dello scorso aprile con il 34% dei voti, ed oggi al governo in coalizione con il partito nazionalista Movimento Patria (DP). L’HDZ spera di poter replicare il successo delle elezioni europee, dove ha mantenuto il dato del 34% dei consensi ottenendo sei seggi al parlamento europeo, rispetto ai quattro del Partito Socialdemocratico.
Tuttavia, l’HDZ è nel pieno di uno scandalo che ha scosso le fondamenta del partito. Il ministro della Salute Vili Beroš è stato arrestato per corruzione su segnalazione dell’Ufficio del Procuratore Pubblico Europeo (EPPO). Stando alla ricostruzione dell’EPPO, Beroš avrebbe accettato e pagato tangenti, abusando della propria posizione e favorendo azioni di riciclaggio. Dopo il suo arresto insieme a due direttori d’ospedale a Zagabria, Beroš è stato sollevato dal suo incarico da Plenković. In vista della breve campagna elettorale, Plenković e i vertici del partito hanno evitato di esporsi e di commentare l’accaduto, ma le indagini sono in corso e potrebbero pesare sulla performance del partito.
«Il Presidente per Presidente»
Sul fronte opposto, il Partito Socialdemocratico ha deciso di sostenere in un secondo mandato il controverso presidente uscente Zoran Milanović, noto per posizioni populiste e per il suo pessimo rapporto con Plenković, più volte sfociato in veri e propri insulti. Dopo la sconfitta elettorale ad inizio anno, il partito ha attraversato una fase di riorganizzazione interna, con le dimissioni del presidente Pedja Grbin, il quale a settembre è stato sostituito da Siniša Hajdaš Dončić.
Milanović si presenta agli elettori con uno slogan peculiare: “Presjednika za Presjednika”, letteralmente “Il Presidente per Presidente“. Ad aprile aveva corso per la carica di primo ministro (carica che aveva già ricoperto tra il 2011 e il 2016), causando uno scontro aspro con il suo avversario, Plenković, e diversi malumori all’interno del partito. Mesi fa, una parte rilevante di attivisti e membri dell’SDP avevano difatti espresso dubbi sulla compatibilità tra la massima carica di Milanović e la campagna elettorale.
Milanović è poi un politico particolarmente controverso. Negli ultimi anni ha abbracciato apertamente una politica populista, allineandosi molto spesso alla propaganda filo-russa con la sua decisione di non consentire la partecipazione dei soldati croati all’addestramento in truppe ucraine nella missione NSATU (NATO Security Assistance and Training for Ukraine). In più, l’attuale presidente si è avvicinato molto a posizioni particolarmente conservatrici riguardo la gestione dei flussi migratori e ha spesso utilizzato un linguaggio ammiccante per gli euroscettici.
Il ruolo delle donne
I profili degli altri candidati sono piuttosto vari e vi sono figure particolarmente problematiche come Aurora Weiss, consigliera personale del leader serbo-bosniaco separatista Milorad Dodik, e nomi dalla società civile come Anton Filić, con un passato nel giornalismo, noto anche per essere stato presidente dell’Unione Croata dei Giornalisti. Due nomi però sono particolarmente interessanti, e sono quello di Marija Selak Raspudić, candidata indipendente, ma dal 2020 membra del parlamento croato del partito conservatore Most e quello di Ivane Kekin, candidata di punta del partito verde di sinistra Možemo!.
Insieme, potrebbero raccogliere circa il 20% dei voti, un dato piuttosto importante in vista del probabile ballottaggio. Con il suo 10% nei sondaggi, Raspudić potrebbe attirare voti del centrodestra a discapito di Primorac al primo turno, diventando poi cruciale al secondo turno. Kekin invece si attesta intorno al 9% e potrebbe rappresentare un’alternativa allettante per l’elettorato di sinistra e soprattutto, per i giovani. Možemo! è forte dell’ottimo risultato delle parlamentari e delle europee, dove è riuscito ad eleggere un seggio.
Testa a testa
Stando ai sondaggi, saranno l’HDZ e l’SDP, i due partiti tradizionali, a contendersi le presidenziali, lasciando intravedere una breve ma accesa campagna elettorale. Plenković accusa Milanović di essere una minaccia per il futuro europeista del Paese, volendo avvicinare la Croazia alle vicine autocrazie di Serbia e Ungheria e alla Russia di Putin. Dall’altro canto, Milanović ha iniziato a cavalcare l’arresto Beroš per colpire l’HDZ e Plenković, sperando in questo modo di indebolire ulteriormente il governo. La partita è aperta.
Foto: Index.hr