Il lituano Laurynas Bareisa, regista e direttore della fotografia, presenta il suo secondo lungometraggio, Drowning Dry, in concorso al Festival di Locarno 2024.
Pilgrims, un film di debutto che ha segnato a tal punto la giuria della sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2021 da ottenere il premio al miglior film, lanciò Lauryinas Bareisa verso un futuro assicurato. Un’opera intricata ma allo stesso tempo semplice, con un’estetica molto minimalista, composta da inquadrature che mai si avvicinano troppo ai personaggi, da una storia vorticosa che segue due personaggi in una sorta di pellegrinaggio tra luoghi legati ad un evento tragico avvenuto in passato, di cui si iniziano a comprendere lentamente i dettagli più cruenti. Gli ingredienti di un thriller, ma che in qualche modo danno luogo ad un film lento, al punto da rendere difficile la fruizione.
Del soggetto della sua seconda opera, Drowning Dry, Bareisa ha già parlato nelle interviste per Pilgrims: due sorelle che vivono un fatto tragico in modo diverso. Poco altro va aggiunto sulla trama, incentrata su due famiglie in vacanza presso un lago, d’estate, e la presenza di un fatto tragico incombente. Il titolo si riferisce ad una condizione medica, nel contesto della quale una persona – specialmente un bambino – può mostrare i sintomi dell’annegamento e rischiare la vita ore dopo un’immersione, a causa di una goccia d’acqua penetrata nel sistema respiratorio. Il lungometraggio cerca di riprodurre quest’effetto nella sua struttura narrativa: continuamente contaminato da indizi e suggerimenti, il film suggerisce varie possibilità per la tragedia che sta per accadere (o che, in certe scene, è già avvenuta). La non-linearità narrativa singhiozza tra presente e futuro, ulteriormente sviando e confondendo. Drowning Dry si colloca quindi in una realtà sempre potenziale, che solo alla conclusione permette la ricostruzione del quadro d’insieme.
Se di certo il cinema di Bareisa, che con questo film si consacra in vari principi cardine che lo accomunano alla sua opera prima – la tragedia che si consuma fuori dallo schermo, la struttura spuria, la metodicità della fotografia che mai si distingue (intenzionalmente, Bareisa ha dimostrato le sue prodezze come direttore della fotografia presso altri registi, per esempio Slow di Marija Kavtaradze). In Drowning Dry si riscontra perciò la stessa pesantezza già presente in Pilgrims: è un film talmente minimalista, statico, che qualsiasi elemento che potrebbe provocare tensione, non ne crea; qualsiasi elemento interessante nella costruzione narrativa necessita un coinvolgimento totale dell’attenzione, essendo talmente celato da poter passare inosservato. Qualsiasi scelta estetica più che affascinare o stupire, si uniforma in una monotonia di fondo. Ne risulta una fruizione pesante, di un lungometraggio che non concede gratificazioni, pur essendo sapientemente assemblato.
Drowning Dry è debuttato in anteprima mondiale a Locarno il 10 Agosto 2024.