Quando il calcio univa oltre i confini: la storia della Balkan Cup

Nell’estate 1994 andava in scena l’ultima gara della Balkan Cup. Una competizione iconica dedicata alle squadre nazionali e di club della penisola balcanica che oggi, trent’anni dopo, potrebbe rinascere grazie a una petizione online.

In un’estate caldissima fra temperature oltre la soglia storica e un turbinio di emozioni sportive senza fine, neanche il tempo di archiviare la cavalcata trionfale della Spagna a Euro2024 che le Olimpiadi di Parigi hanno preso il sopravvento. Dodici anni dopo, i Giochi ospitati dalla capitale francese riportano nel vecchio continente lo spettacolo dei cinque cerchi, con quel mix di gioie e dolori sportivi (oltre alle immancabili polemiche) che da sempre caratterizzano l’evento più atteso e seguito al mondo.

C’era una volta la Balkan Cup 

Ma in questo duemilaventiquattro all’insegna dello sport capita anche di dover ricordare una competizione che ha scritto una pagina importante – seppure un tantino di nicchia – del calcio europeo e sulla quale proprio trent’anni fa, nell’estate del 1994, calava definitivamente il sipario.

Stiamo parlando della Balkan Cup o Coppa dei Balcani, un torneo dedicato esclusivamente alle squadre della penisola balcanica. Nella sua lunga storia cominciata nel 1929, la competizione si trasformò più volte fino a “sdoppiarsi” con un’edizione dedicata alle nazionali e un’altra alla quale, invece, prendevano parte le squadre di club.

Se la Coppa si giocasse ancora oggi

Per intenderci, 10 squadre sulle 24 classificate alla fase finale degli europei in Germania partecipavano alla Balkan Cup. Ungheria; Albania; Croazia, Slovenia e Serbia con i colori della Jugoslavia e poi ancora Polonia; Romania; Turchia e infine Slovacchia e Repubblica Ceca, allora riunite sotto la bandiera della Cecoslovacchia. Con Bulgaria e Grecia, assenti a Euro2024, il quadro delle squadre balcaniche sarebbe stato pressoché completo, dando per buona la partecipazione dell’intera ex Jugoslavia al netto dell’assenza di Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro e Kosovo che oggi rientrano nell’Uefa. Quella che per ampi tratti della sua storia è stata percepita come una competizione di “serie B” oggi avrebbe espresso, a conti fatti, quasi la metà delle squadre finaliste agli ultimi europei di calcio.

Chiudete gli occhi e provate a immaginare per un attimo una competizione che riunisca, tutte insieme, la classe senza tempo di Modric, lo strapotere fisico di Šeško e Vlahovic, il genio di Çalhanoğlu e Lobotka, la freddezza sotto porta di Lewandowski e Schick e ancora il talento di Szoboszlai, Drăgușin e Djimsiti. L’elenco sarebbe ancora lunghissimo ma, con ogni probabilità, bastano forse i nomi di questi campioni a testimoniare l’enorme fascino che il calcio balcanico continua a esercitare ancora oggi.

Francobollo celebrativo per i 60 anni dalla vittoria albanese della Balkan Cup (2006)

Dalla competizione per le nazionali…

La storia della Coppa dei Balcani è stata contrassegnata da innumerevoli modifiche alla formula e alle squadre partecipanti per via delle vicissitudini politiche a cavallo tra la prima e la seconda metà del Novecento.

A conquistare la prima edizione, disputata su un arco di tre anni, fu la Romania, che tutt’oggi detiene il record assoluto di quattro vittorie del torneo. Dal 1931 al ’36 e poi dal 1946 al 1948 la Coppa si disputò ogni anno, per poi riprendere in formula triennale nel 1973 – ’76, quando parteciparono soltanto Bulgaria, Grecia, Romania e Turchia in un final four che sostituì i vecchi gironi. L’ultima edizione, quella del 1977-1980, vide il ritorno della Jugoslavia e fu vinta ancora una volta dalla Romania.

…al torneo per le squadre di club

Nel 1961 la formula della Balkan Cup fu ripresa e adattata ai club di Albania, Bulgaria, Grecia, Romania e Turchia: al termine di un girone unico a cinque squadre, ad aggiudicarsi il trofeo furono i rumeni dello Steagul Rosu di Brașov. L’anno seguente il torneo passò a otto squadre, divise in due gironi da quattro, e vide il successo dei greci dell’Olympiacos contro il Levski Sofia, rappresentante bulgara. Squadre blasonate che tentarono di dar lustro a una competizione che ebbe tra le sue regine anche Fenerbahçe (1967), Dinamo Zagabria (1976) e Panathinaïkos (1977).

Sul finire degli anni Ottanta la competizione ormai in declino diventò una vetrina per le vincitrici delle serie cadette nei Balcani, così che squadre del calibro di Ofi Creta, Inter Sibiu, Sariyer e Edessaikos si tolsero la soddisfazione di alzare al cielo un trofeo internazionale. L’ultima edizione, disputata nel 1993-’94, fu vinta dal Samsunspor, per sei volte campione in TFF 1. Lig, la seconda lega calcistica della Turchia.

Una petizione per una nuova Balkan Cup

In occasione del trentennale dell’ultima gara di un torneo che, a suo modo, ha fatto innamorare generazioni al calcio balcanico, è stata lanciata una petizione per chiedere alla Uefa di “prendere in considerazione la creazione di una nuova competizione calcistica, la Coppa dei Balcani”. Una formula a 12 squadre nazionali che “utilizzerebbe le rivalità esistenti, le amicizie, le passioni per il bel gioco e i talenti emergenti di queste nazioni, per unire questi Paesi e promuovere l’unità nelle loro diverse identità“. Nel testo dell’iniziativa si legge che “una Coppa dei Balcani promuoverebbe anche lo spirito dei Paesi balcanici sulla scena internazionale, poiché nazioni che normalmente non hanno le risorse per fare bene in tornei internazionali potrebbero essere in grado di ottenere, così, risultati molto più grandi”.

Infine, l’appello a “usare il calcio per unire una parte divisa del mondo”. Un invito che, probabilmente, ogni appassionato non può far altro che condividere sentendosi pervaso da quello straordinario brivido che solo lo sport è in grado di regalare.

Foto: StockSnap via Pixabay

Chi è Simone Matteis

Giornalista freelance, allievo della Scuola "Giorgio Bocca" di Torino. Project manager di Europhonica, collabora con Linkiesta, La Stampa e Domani. Oltre che con East Journal, naturalmente!

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