Proiezione speciale al Karlovy Vary, Real di Oleh Sentsov è un documentario sulla guerra in Ucraina che fa discutere per le sue premesse e la sua natura.

CINEMA: Real di Oleh Sencov, sfida alla sospensione di giudizio

Proiezione speciale al Karlovy Vary, Real di Oleh Sentsov è un documentario sulla guerra in Ucraina che fa discutere per le sue premesse e la sua natura.

Sencov, cineasta, prigioniero politico, soldato

Oleh Sencov è un nome che riecheggia a livello internazionale più che per la sua carriera cinematografica, per la sua vita travagliata. Cineasta autodidatta, dopo il suo debutto nel 2011 con Gamer, il giovane cineasta originario della Crimea e attivo nell’Euromaidan, fu arrestato durante l’occupazione russa della Crimea nel 2014 con accuse (infondate) di terrorismo. Divenuto emblematico nel ruolo di prigioniero politico, fu finalmente liberato nel 2019 nell’ambito di uno scambio di prigionieri. Subito dopo l’inizio dell’invasione del Febbraio 2022, Sencov si è arruolato nell’esercito ucraino, dove attualmente ricopre il rango di Caporale.

Parlare del Sencov cineasta comporta un discorso molto frammentario e molto complicato: dei quattro lungometraggi che ha firmato, il primo, il già citato Gamer, è un film chiaramente limitato da lacune tecniche, ma che riesce a sfruttare le mancanze a suo vantaggio; il secondo, Numbers, più che un film vero è proprio è una trasposizione sullo schermo di uno spettacolo teatrale, di cui segue convenzioni e messinscena – Sencov l’ha diretto durante gli anni di prigionia, a distanza, e quindi la precarietà della situazione ne spiega la rudimentalità filmica, forse voluta. L’unico lungometraggio che Sencov ha potuto dirigere con una certa libertà e disponibilità tecnica-economica è Nosorih, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 nella sezione Orizzonti, un film che si presenta come Gangster Movie nella Ucraina degli anni ’90, ma che cerca di virare verso tematiche più moralistiche, fatto inusuale per un film appartenente al genere. Nosorih si distingue anche per un piano sequenza con tagli nascosti che riassume la storia della Repubblica Sovietica Ucraina tra gli anni ’70 e ’80, attraverso una serie di scene che si svolgono interamente sull’atrio di una casa. Il casting del film ha suscitato controversie per la presenza di Serhii Filimonov, attivista apertamente legato at ambienti di estrema destra e membro della Brigata Azov già dal 2014.

Real: realtà, manipolazione o strumentalizzazione?

In una filmografia così sconnessa e dipendente da una serie continua di ostacoli, Real non può che trovare il suo spazio, ed aprire il quesito ad ulteriori questioni. Il film portato da Oleh Sencov al Karlovy Vary Film Festival è, a detta del regista, il risultato di una ripresa accidentale, avvenuta durante la controffensiva che lui giudica fallimentare dell’estate del 2023,  compiuta dalla sua GoPro, che a detta del cineasta si sarebbe acceso per sbaglio durante uno spostamento sul fronte. Il titolo, Real, si riferisce al nome dato alla postazione nella quale il materiale è stato girato. L’estratto della durata di un’ora e mezza, senza tagli o interventi appariscenti, non sarebbe stato ripreso consapevolmente – a confermare il resoconto del cineasta effettivamente potrebbe essere la completa caoticità e la mancanza di una logica narrativa nelle riprese.

Le questioni che Sencov involontariamente apre con il suo film sono molteplici: effettivamente, se, come dice lui, il materiale è stato girato con l’inconsapevolezza di tutti i presenti, Sencov incluso, ci troviamo davanti ad uno dei rarissimi casi di cinema documentario che mancherebbe di manipolazione da parte dell’autore, di un filtro soggettivo che è presente in qualsiasi opera cinematografica fatta con un’intenzione di fondo. Certo, va sottolineata una evidente strumentalizzazione del materiale che si esplicita, in particolare, nell’epigrafe di fine film che enfatizza sulla penuria di munizioni, ma ciò non toglie che, se messo a confronto con altri documentari sulle guerra in Ucraina, Real manca anche di un filtro emotivo o patriotico che spesso si riscontra (con due eccezioni, The Invasion di Sergei Loznitsa e In Ukraine di Thomas Wolski e Piotr Pawlus), ed addirittura lascia spazio a momenti in cui emergono lacune nelle strategie belliche ucraine – fatto raramente esplicitato in questi termini nella filmografia della guerra in Ucraina.

Al contempo, per quanto interessante il dibattito che emerge quindi su intenzionalità e sulla natura del cinema documentario, è lecito chiedersi se vale la pena spendersi così ampiamente sulla natura artistica di un film che forse ha più un valore di archivistica che di opera cinematografica: effettivamente sono pochi i film presentati nei festival che hanno avuto il coraggio di presentare la guerra letteralmente in prima linea, ma Real è anche molto meno curato, meno tecnico: non è un film da sala nel senso classico, è una curiosità, una sorta di esperienza particolare, che alla fine ha un effetto comparabile a quello delle esperienze VR.

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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