Masoud Pezeshkian (Məsud Pezeşkiyan), neo-eletto presidente riformista dell’Iran, è un azero. Non si tratta di una grande rivoluzione: anche la Guida Suprema Ali Khamenei (Əli Xamenei) è di origini azere e di lingua madre turca.
La grande maggioranza delle dinastie che hanno regnato sull’impero persiano negli ultimi mille anni erano turche – spesso proprio “azere” se vogliamo usare definizioni nazionali moderne – senza che questo abbia mai costituito un problema.
L’Iran non è uno stato nazionale (i persiani del resto ammontano a poco più del 50% della popolazione) ma un impero multinazionale e una civiltà dalle radici multietniche che per una serie di ragioni è sopravvissuta nella modernità. Benché la lingua letteraria persiana sia vista come un elemento importante di unità culturale, ai vertici del regime iraniano si possono trovare indifferentemente persiani, turchi, curdi, beluchi. L’elezione di un presidente che non è etnicamente persiano è quindi la cosa più normale di questo mondo.
La differenza tra Pezeşkiyan e i casi sopracitati è che il presidente ha un curriculum politico moderatamente autonomista e che la sua identità turco-azera ha quindi un’inedita dimensione politica.
Nel 2016 Pezeşkiyan è stato fondatore e presidente della Frazione delle Regioni Turche, un gruppo parlamentare trasversale tra riformisti e principialisti che avrebbe avuto lo scopo di portare avanti gli interessi della minoranza turcofona chiedendo misure di protezione come per esempio l’ufficializzazione e l’insegnamento della lingua azera nelle scuole.
Benché le richieste espresse dalla Frazione Turca fossero principalmente di tipo culturale, e non si mettesse in discussione l’unità politica dell’Iran o il suo carattere teocratico islamico, il gruppo si sciolse pochi mesi dopo la sua fondazione su pressione del governo e degli Ayatollah.
Pezeşkiyan è anche stato uno dei pochi politici iraniani ad aver esplicitamente e apertamente sostenuto l’Azerbaigian nella guerra del Karabakh, scontrandosi con la posizione filo-armena del regime iraniano. E’ sempre stato un sostenitore delle relazioni turco-iraniane e in passato è stato perfino accusato di fare lobby pro-turca nella politica iraniana.
Bisogna dire che Pezeşkiyan sostenne queste posizioni cripto-autonomiste quando da semplice parlamentare aveva bisogno di attirare il consenso nei distretti elettorali turcofoni dove si candidava. Durante la campagna elettorale per la presidenza iraniana la sua identità azera è stata totalmente messa da parte.
Nonostante ciò in Turchia ci sono molte aspettative sulla presidenza di Pezeşkiyan, e si spera in un miglioramento delle relazioni sempre problematiche dell’Iran con la Turchia e l’Azerbaigian.
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