Oliver Ivanovic

KOSOVO: Quattro condanne per l’omicidio Ivanovic

I giudici di Pristina hanno emesso le prime condanne per l’omicidio del politico serbo-kosovaro Oliver Ivanovic, ucciso a colpi di pistola nel gennaio 2018 di fronte alla sede del suo partito a Mitrovica nord.

Dopo tre anni, il processo per l’omicidio di Oliver Ivanovic è arrivato ad una svolta. Ivanovic, importante politico kosovaro di etnia serba e oppositore della Srpska Lista, il partito sostenuto da Belgrado, era stato assassinato il 16 gennaio del 2018 a colpi di arma da fuoco fuori dalla sede del suo partito a Mitrovica Nord. Il tribunale di Pristina ha emesso quattro condanne per complicità nell’omicidio.

Le condanne

I quattro condannati sono serbi del Kosovo. A Marko Rosic il tribunale ha comminato una pena di 10 anni di carcere per associazione a delinquere legata all’omicidio. Gli ex poliziotti Nedeljko Spasojevic, Zarko Jovanovic e Dragisa Markovic sono stati condannati a 4 anni ciascuno per abuso di ufficio e falsificazione di prove. Due uomini dovranno anche pagare una multa per possesso illegale di armi.

Assolti invece Silvana Arsovic, ex segretaria di Ivanovic, e Rade Basara, non colpevole per assenza di prove. Il verdetto in primo grado, impugnabile dalla difesa, descrive una “organizzazione criminale” che ha organizzato l’assassinio del politico serbo-kosovaro.

Il processo era andato avanti a rilento, caratterizzato dalla riluttanza dei testimoni a nominare i sospetti, dall’alterazione delle testimonianze sui gruppi criminali organizzati – apparentemente per paura di ritorsioni – e dalle difficoltà nel portare testimoni in tribunale a causa della mancanza di collaborazione giudiziaria tra Kosovo e Serbia. Persino le convocazioni dei testimoni non venivano recapitate a Mitrovica nord o venivano ignorate dalle autorità serbe. Problemi che lo stesso giudice Valon Kurtaj aveva fatto notare: “Abbiamo problemi con i servizi postali nel nord (del Kosovo ndr) che io non posso risolvere, posso solo inviare le notifiche.”

Ivanovic, la guerra, il carcere e la “svolta moderata”

Alla fine del conflitto del 1998-99, Oliver Ivanovic, in passato membro poco noto della Lega dei Comunisti e poi del Partito Socialista Serbo, era emerso come abile negoziatore tra serbi e albanesi, tanto da diventare ministro nel governo ad-interim kosovaro. Ad inizio 2014 Ivanović era stato arrestato dalla missione  di Rule of Law dell’Unione Europea in Kosovo EULEX e processato con l’accusa di aver ordinato l’omicidio di dieci albanesi durante e dopo la guerra. Ivanovic, che nel frattempo era stato candidato dal carcere a sindaco di Mitrovica nord, aveva sempre protestato la propria innocenza, anche attraverso lo sciopero della fame. Una condanna a 9 anni, ricevuta nel 2016, era stata ribaltata in appello l’anno sucessivo. Il processo era di nuovo in corso al momento della sua morte.

Dopo l’uscita di prigione nel 2017 Ivanovic si era di nuovo candidato a sindaco di Mitrovica nord con il sostegno del partito SDP – Iniziativa Civica. Durante la campagna elettorale aveva più volte criticato pubblicamente la Srpska Lista, il partito di maggioranza tra i serbi del Kosovo, strettamente legato al partito del presidente serbo Aleksandar Vucic. Secondo Ivanovic, i problemi e le paure dei serbi in Kosovo non provengono dai vicini albanesi, ma dalla diffusa criminalità: “criminali locali, serbi, a bordo di fuoristrada senza targa”. La sua svolta moderata e a favore della convivenza tra i kosovari di etnia albanese e quelli di etnia serba gli è probabilmente costata la vita. Lui stesso aveva percepito tale rischio pochi mesi prima di morire.

L’atto di accusa indica i nomi di Zvonko Veselinovic e di Milan Radoicic, uomini chiave per il controllo di Belgrado sul nord del Kosovo, a capo dell’organizzazione criminale che ha assassinato Ivanovic. Radoicic,  già vice della Srpska Lista, è latitante in Serbia con l’accusa di aver organizzato l’attacco armato a Banjska nel maggio 2023. I due hanno negato ogni addebito e non sono tra gli imputati al processo ma la loro presenza nel testo della sentenza è indicativa dell’ambiente che potrebbe aver organizzato l’omicidio.

Foto: Kosovapress

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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