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MOLDAVIA: Anche a Chisinau si è votato per il Parlamento europeo

In Moldavia più di 57.000 cittadini con passaporto romeno hanno votato alle recenti elezioni europee. Un segnale forte in vista dei negoziati di adesione all’Unione europea, che martedì 25 giugno prenderanno ufficialmente il via con la prima conferenza inter-governativa coi 27.

Chiar dacă ești moldovean, ardelean sau țigan | Suntem made in Romanie (iali, iali, iali)

Chi s’intende di musica dell’est Europa o, più semplicemente, chi segue i trend di Tik Tok, molto probabilmente avrà letto questa strofa canticchiando. Si tratta del ritornello di “Made in Romania“, canzone resa popolarissima dai social fino a diventare perfino la colonna sonora dei festeggiamenti post scudetto dell’Inter neocampione d’Italia. Motivetto a parte, il significato delle parole è chiaro: “se sei moldavo, sei romeno“.

Un’affermazione che, dopo secoli di scambi fra due Paesi dirimpettai, non ultima l’annessione della Moldavia alla Romania a cavallo delle due guerra mondiali, sembrerebbe trovare oggi un importante riscontro in termini di cittadinanza. Su una popolazione di tre milioni e mezzo di abitanti, si stima infatti che più di un milione di moldavi sia in possesso di un passaporto romeno. I vantaggi di ottenere il documento sono molteplici e riguardano sia la sfera economica, considerata la debolezza strutturale di Chișinău, sia l’ambito della mobilità grazie all’appartenenza di Bucarest all’Unione europea e all’area Schengen.

Numeri da record nel weekend elettorale

A rendere così importante il passaporto romeno per i cittadini moldavi c’è anche l’estensione del diritto elettorale anche per le europee. E così, lo scorso 9 giugno, sono stati più di 57.000 i cittadini europei residenti nella Repubblica di Moldavia che si sono recati nei 52 seggi “straordinari” allestiti in tutto il Paese. Benché a prima vista possa sembrare una cifra poco significativa se confrontata con il totale degli aventi diritto, si tratta in realtà di numero di elettori record, quasi il doppio rispetto alla tornata del 2019, che ha votato in netta maggioranza l’alleanza tra socialdemocratici e liberali che in Romania si è aggiudicata il 54% dei consensi.

Voti che confluiranno nelle fila dei Socialisti e Democratici e del Partito Popolare europeo, confermate forze principali dei nuovo Parlamento Ue. Oltre che dall’Autoritatea Electorala Permanenta (Aep), il dato delll’affluenza è stato confermato da Siegfried Mureșan, eurodeputato romeno e capo negoziatore del Parlamento europeo per il bilancio Ue 2024.

Un voto per l’adesione europea

In vista dell’imminente elezione, la presidente della Repubblica, Maia Sandu, aveva invitato espressamente tutti i suoi connazionali in possesso di cittadinanza europea a recarsi alle urne: “il voto dei moldavi per un Parlamento Europeo che sostenga l’adesione della Repubblica Moldova all’Ue è importante per l’intero Paese“, recitava il messaggio. Un appello che ha fatto breccia fra la popolazione, come testimonia il racconto del weekend elettorale realizzato dal quotidiano romeno Adevarul, che parla di code ai seggi di Chișinău e riporta le testimonianze di alcuni votanti.

Fra questi c’è chi, come Eduard, ha già fatto esperienza del voto europeo: “Come cittadino romeno partecipo per la seconda volta alle elezioni del Parlamento europeo. Viviamo in tempi di sfide in tutti i settori, per questo spero che con il mio voto potrò contribuire alla promozione della stabilità, della democrazia, della pace e della libertà”. Per altri, invece, si tratta della prima volta: “Questo diritto significa molto per me perché ho l’opportunità di contribuire positivamente all’immagine della Repubblica di Moldavia in Europa”, ha detto Silvia.

Il ruolo strategico della Moldavia in Europa

Nel frattampo il Consiglio dell’Unione europea ha fissato per martedì 25 giugno, con le conferenze intergovernative in Lussemburgo, l’inizio dei negoziati d’adesione della Moldavia e dell’Ucraina. Una data strategica in vista del termine della presidenza belga del Consiglio UE e del rischio che il subentro dell’Ungheria dal 1° luglio possa rallentare o modificare la procedura. Da Bruxelles l’ennesimo segnale di quanto la piccola Repubblica rappresenti, a dispetto della sua dimensione contenuta, una pedina delicatissima nell’intricato scacchiere europeo che interessa anche l’Italia, come testimonia la recente visita di Sergio Mattarella a Chișinău dove ha incontrato la sua omologa Maia Sandu.

Oltre alla collaborazione fra i due Paesi, i due presidenti hanno invocato una risposta europea rapida e risolutiva, in modo da far fronte al perdurare del rischio legato all’influenza russa. Un’influenza esercitata in maniera più o meno diretta, come testimonia l’escalation di tensione registrata in Transnistria negli ultimi mesi o le campagne di disinformazione realizzate da Mosca per condizionare l’opinione pubblica europea in Moldavia e denunciate da Stati Uniti, Canada e Regno Unito al G7 in Puglia.

Foto di copertina: European Union 2023 – Source : EP (ph. Daina Le Lardic)

Chi è Simone Matteis

Giornalista freelance, allievo della Scuola "Giorgio Bocca" di Torino. Project manager di Europhonica, collabora con Linkiesta, La Stampa e Domani. Oltre che con East Journal, naturalmente!

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