Al festival d'animazione di Annecy, continua la rimonta del cinema d'animazione dell'Europa orientale con Diplodocus di Wojtek Wawszczyk.

CINEMA: Diplodocus, dall’ilustrazione allo schermo

Al festival d’animazione di Annecy, continua la rimonta del cinema d’animazione dell’Europa orientale con Diplodocus di Wojtek Wawszczyk.

Ispirato alle opere di Tadeusz Baranowski, Diplodocus (in polacco, Smok Diplodok) è un film d’animazione tra i più particolari: in qualche modo, un film incentrato su un piccolo dinosauro parlante, un mago fallito, uno scienziato pazzo ed altri personaggi ha senso. Sembra quasi di vedere i giochi di un bambino trasposti sullo schermo – ma si tratta di una delle opere più recenti di Baranowski. Non è necessario però conoscere la fonte per poter apprezzare il film d’animazione.

La storia segue un piccolo dinosauro, Diplodocus, che perde la sua famiglia dentro una nebbia fitta. Solo che la nebbia è in realtà una gomma, usata da un fumettista che sta facendo tabula rasa delle sue opere precedenti. L’avventura che segue attraverso gradi di metafinzione,  commistioni di fantasie e storie, in un vortice che non fa che ammagliare. Pur essendo indirizzato ad un pubblico di bambini, è un film che può essere apprezzato a tutte le età, carico di sottotemi filosofici, di questioni legate alla figura dell’artista ed alle sue opere, a questioni esistenzialiste. Inoltre, innumerevoli riferimenti i riferimenti colti, per esempio le sirene della mitologia greca, qui trasformate nelle fastidiosissime sirene delle automobili poste su pali in mezzo al triangolo delle Bermuda. Al contempo, Diplodocus non è un film intellettuale: la conoscenza profonda dei suoi autori è ben intrecciata nella trama senza che sporga per eccesso.

Un film d’animazione in cui la forma e il contenuto diventano tutt’uno: la scelta della CGI non è casuale e diventa un aspetto integrante della storia, per esempio. Insomma, Diplodocus sembra una valida alternativa al mainstream del cinema d’animazione statunitense, pronto a superarne alcune delle opere più recenti.

Diplodocus si aggiunge a Flow e Pelikan Blue nella vetrina dei film d’animazione più particolari provenienti dall’Est e proiettati ad Annecy.

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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