Il sindaco della capitale albanese Erion Veliaj coinvolto in uno scandalo legato alla corruzione: appalti truccati, una società controllata dal municipio di Tirana, tangenti agli addetti ai lavori. È bufera sul sindaco, da sempre vicino al primo ministro Edi Rama.
L’evento scatenante
L’uomo nella bufera è il socialista Erion Veliaj, 42° primo cittadino della capitale albanese, eletto nel giugno 2015. L’azienda coinvolta nello scandalo è la 5D Konstruksion, vincitrice di numerosi bandi per milioni di euro indetti dal Comune di Tirana. Il titolare legale era un fornaio di Tirana, regolarmente stipendiato dalla “sua” azienda, azienda che era in realtà nelle mani di due dirigenti dell’amministrazione comunale della capitale albanese: Redi Molla e Mariglen Qato, arrestati lo scorso aprile con altri sei dipendenti dai procuratori della SPAK, la Struttura speciale del sistema giudiziario albanese incaricata di investigare su casi di corruzione nella pubblica amministrazione e su casi legati alla criminalità organizzata.
Le indagini
Le 120 pagine del fascicolo d’indagine riferiscono di come Molla e Qato abbiano percepito i dividendi della 5D Konstruksion, ma anche delle irregolarità legate agli appalti pubblici aggiudicati a questa neonata società spuntata dal nulla. Oltre a smascherare un ambiente di lavoro dominato da conflitti e pressioni, le intercettazioni telefoniche tra alcuni dipendenti palesano come il personale sapesse perfettamente chi fossero i veri proprietari dell’azienda.
Secondo SPAK, il successo di 5D Konstruksion si deve proprio alla posizione segreta dei suoi proprietari, e alle agevolazioni di cui avrebbero potuto facilmente godere in virtù di questa loro posizione privilegiata. I numerosi bandi vinti dall’azienda sono infatti tutti indetti dal comune di Tirana, mentre non vi sono appalti di altre istituzioni pubbliche – anche vicine al governo di Rama.
L’indagine rivela inoltre che il denaro raccolto in questi appalti truccati è stato investito in beni immobili, tra cui alcuni edifici residenziali e un albergo a Durazzo. E’ proprio per questo hotel che la società ha beneficiato di un’esenzione fiscale speciale, concessa direttamente dal governo di Rama.
Ed è qui che entra in gioco il sindaco Erion Veliaj: da quanto emerso in un’intercettazione di un dipendente di 5D Konstruksion, il sindaco sarebbe infatti uno degli azionisti dell’hotel in questione. Parallelamente, sono state aperte delle indagini anche per stabilire il ruolo del sindaco nella vicenda di un inceneritore fantasma a Tirana, indagini che dovrebbero concludersi entro fine maggio.
Le proteste dei cittadini albanesi
Loscandalo ha spinto i cittadini albanesi a scendere in piazza a manifestare per chiedere le dimissioni di Veliaj. L’11 e il 19 aprile scorso centinaia di persone si sono radunate di fronte al municipio di Tirana, su invito dei due principali partiti di opposizione.
Durante le manifestazioni, si sono verificati scontri tra cittadini e forze di polizia dopo un incendio causato dal lancio di razzi e bombe molotov contro la casa comunale. La mobilitazione ha coinvolto anche diversi gruppi di cittadini impegnati da anni nella tutela del Teatro Nazionale (demolito nel 2020) e contro l’abbattimento degli edifici del centro, sostituiti da grattacieli.
A tal proposito, il vicepresidente del Consiglio comunale di Tirana, Dorjan Teliti, nel suo intervento ai manifestanti di fronte al municipio, ha dichiarato che Tirana oggi è diventata “la capitale delle torri e del cemento”, in virtù del caotico moltiplicarsi di palazzi che sta cambiando lo skyline della capitale albanese.
L’ex candidato sindaco d’opposizione, Belind Kelliçi, ha giurato battaglia, affermando che le proteste andranno avanti. Secondo lui la corruzione di Erion Veliaj “brucia i sogni dei giovani” e la loro speranza di vivere in una metropoli europea, tanto più dopo che Tirana è stata capitale europea della gioventù nel 2022. Sempre secondo Kelliçi, oggi Tirana è infatti una città “rubata”, senza teatri, gallerie, biblioteche, senza ambienti di intrattenimento ed educazione, senza parchi, senza spazi pubblici, con il traffico più pesante d’Europa e con l’aria più inquinata del mondo.
Tutto ciò in barba al progetto dell’architetto milanese Stefano Boeri, che per la capitale albanese aveva disegnato un nuovo piano regolatore – da completarsi entro il 2030 – con l’ambizione di trasformare Tirana in una città ecosostenibile coniugando cultura, società e geopolitica.
Il sindaco non si dimette
Ad ogni modo, sebbene si sia detto “irritato” dalle accuse mosse contro di lui e contro i suoi collaboratori, Veliaj ha affermato che lascerà ogni decisione alla giustizia, escludendo di dimettersi. Per ora il primo ministro Edi Rama, da sempre al fianco di Veliaj, non ha commentato.
Secondo la giornalista Ola Xama, sarebbe ingenuo credere che Veliaj non fosse a conoscenza della vicenda, e che da qualunque angolo la si osservi le alternative sono due: o i guadagni illegali sono stati ottenuti con la benedizione di Veliaj, oppure l’istituzione da lui guidata ha fallito. Nella peggiore delle ipotesi, quindi, Veliaj sarebbe complice. Nella migliore, invece, incapace di fare il suo lavoro.
Foto: courrierdesbalkans.fr