East Journal è stato al Salone del Libro di Torino: ecco i consigli degli editori sulle nuove uscite – e non – dall’Europa orientale.
Si è chiusa la trentaseiesima edizione del Salone del Libro di Torino, la più importante fiera del settore in Italia. East Journal ha fatto un giro tra gli stand per consigliarvi nuove uscite – ma non solo – degli editori che, in un modo o nell’altro, si occupano di Europa orientale.
È appena uscito per Bottega Errante Edizioni il nuovo libro del moldavo Iulian Ciocan, “E al mattino arriveranno i russi”. Nel suo nuovo romanzo, l’esercito russo ha invaso la Moldavia entrando dalla Transnistria; il protagonista, in fuga verso la Romania, si rende conto troppo tardi che il suo passaporto è scaduto e deve dunque rientrare a Chişinău, dove i suoi beni sono ormai proprietà dei russi.
Miraggi edizioni – dal suo bellissimo stand – attira l’attenzione con la collana NováVlna, punto di riferimento per la letteratura ceca in Italia. Tra i numerosi titoli, viene proposto “I tedeschi. Una geografia della perdita” di Jakuba Katalpa, che affonda le mani nel complesso rapporto storico tra Germania nazista (e post-nazista) e Repubblica Ceca. Autore di punta della casa editrice, di Jan Balabán sono stati al momento pubblicati due romanzi: “Dove è passato l’angelo” e “Chiedi a papà”. Il primo, ambientato a Ostrava negli anni ‘70, indaga la vita di Martin, outsider che vive in un classico quartiere socialista, fino ai cambiamenti che travolgono il blocco orientale dopo il 1989. In “Chiedi a papà” una famiglia deve fronteggiare le accuse rivolte al defunto padre dal suo vecchio migliore amico, tacciato di corruzione e complicità con le autorità comuniste. Sempreverde della casa editrice, non possiamo non citare “Gli invincibili 11 di papà Klapzuba” di Eduard Bass, tradotto dal nostro Andreas Pieralli.
Besa Muci, casa editrice pugliese che si focalizza sul Mediterraneo – e in particolare sull’Albania – ha da poco pubblicato “Gli sbarchi albanesi in Italia nei primi anni Novanta. Storie di vita” di Mario Calivà, scrittore arbëresh che ha raccolto 21 testimonianze di cittadini albanesi sbarcati in Italia nel 1991.
Giovanni Catelli, penna di East Journal, ha raccolto diversi suoi contributi in “Invasione. Storia e segreti di dell’attacco russo all’Ucraina”, pubblicato di recente da Paesi Edizioni. Nel saggio si tenta di ricostruire il processo che ha portato la Federazione Russa all’invasione dell’Ucraina.
A nord
È uscito per Sellerio un nuovo libro dello scrittore finlandese di origini kosovare Pajtim Statovci. “Il mio gatto Jugoslavia”, in realtà il suo esordio, segue l’incredibile successo di “Le transizioni” e “Gli invisibili”. Il libro, presentato dall’autore al Salone in una (non-)intervista divertentissima quanto cinica con Chiara Valerio, narra di Emine, giovane donna “rinchiusa” in un villaggio del Kosovo e del figlio Bekim, cresciuto in Finlandia dopo lo scoppio della guerra nel paese nativo e che per questo auto-censura le sue origini; Bekin incontra un gatto malvagio di memoria bulgakoviana, mezzo per un viaggio verso il suo passato.
Il vasto catalogo nordico di Iperborea accoglie molte voci che vengono da (o parlano di) Est. Tra le novità presentate al Salone spicca “I confidenti” di Charlotte Gneuss, opera che racconta la fuga di un ragazzo dalla Germania dell’Est nel 1976 e della sua ragazza, rimasta nei dintorni di Dresda, che comincia ad interrogarsi sulla natura del regime in cui vive. Tra le chicche da riscoprire, “Scompartimento n. 6” della finlandese Rosa Liksom narra di un viaggio in Transiberiana verso Ulan Bator, capitale della Mongolia. Una timida studentessa finlandese si trova nello stesso scompartimento di un proletario russo, che tra le altre è anche alcolista, nazionalista, misogino e antisemita. Siamo negli anni ’80, l’Unione Sovietica si dirige verso il collasso: l’uomo cerca appigli nel vuoto che si sta per creare, la ragazza non ha mai metabolizzato il destino crudele del suo fidanzato, studente che si è finto pazzo per non arruolarsi in Afghanistan e che, nel manicomio dove lo hanno portato, è impazzito davvero.
Foto: Gianfranco Goria, Flickr