In seguito ad un'annata con una presenza rarefatta di cinema dell'europa orientale, il Festival di Cannes del 2024 ritorna a guardare all'Est - ma non nelle sezioni collaterali.

CINEMA: al via Cannes, il ritorno dell’Est

In seguito ad un’annata con una presenza rarefatta di cinema dell’europa orientale, il Festival di Cannes del 2024 ritorna a guardare all’Est – ma non nelle sezioni collaterali.

Tre, le opere in concorso al Festival di Cannes 2024 che si legano al cinema dell’Europa orientale: Limonov di Kirill Serebrennikov, che dopo Tchaikovsky’s Wife ritorna con il suo debutto in lingua inglese adattato dall’opera omonima di Emmanuel Carrére e basato sulla vita di Eduard Limonov, intellettuale controverso dalla vita particolarmente intricata, film molto atteso; Three Kilometers to the end of the world di Emanuel Parvu, attore-regista rumeno; The Girl with the Needle, film in lingua danese del regista Magnus von Horn, di origini svedesi ma formatosi ed inserito nel contesto cinematografico polacco (non a caso, quasi tutto il reparto tecnico del film è di origini polacche), un film che dalle prime immagini ricorda le opere di Pawel Pawlikowski (Cold War, Ida). Un trittico di opere dal grande potenziale.

Un Certain Regard racchiude due opere legate all’ambito orientale: The Shameless del bulgaro Konstantin Bojanov, film molto particolare ambientato in India; Flow, un film di animazione Lettone di Gints Zibalodis che costituisce un primato nella storia di Cannes, e finalmente concede il giusto riconoscimento al mondo florido del cinema d’animazione baltico. In passato, Un Certain Regard ha spesso premiato cineasti dell’Est, il che potrebbe far ben sperare per questi titoli.

Infine, due sono le proiezioni speciali: Nasty di Tudor Giurgiu, documentario sul tennista Ilie Năstase, campione degli anni ’70, e The Invasion di Sergei Loznitsa, che si presenta come un dittico insieme al suo film Maidan, di dieci anni fa, e che racconta l’Ucraina post-invasione attraverso la visione di un regista che, avuta una carriera a cavallo tra Russia ed Ucraina, pur schierandosi con la seconda è stato al centro di polemiche per quanto riguardava la censura degli artisti russi, concetto al quale si è opposto.

In una Cannes fitta di opere interessanti è difficile però non notare la mancanza assoluta di lungometraggi dell’Est Europa nelle due sezioni collaterali, la Sémaine de la Critique e la Quinzaine des Realisateurs, dove gli anni scorsi si sono affacciate varie opere interessanti, come Pamfir, Lost Country o Grace. Nonostante questo, si preannuncia un festival ricco di opere interessanti con ampio potenziale.

Chi è Viktor Toth

Cinefilo focalizzato in particolare sul cinema dell'est, di cui scrive per East Journal, prima testata a cui collabora, aspirante regista. Recentemente laureato in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Trieste, ha inoltre curato le riprese ed il montaggio per alcuni servizi dal confine ungherese-ucraino per il Telefriuli ed il TG Regionale RAI del Friuli-Venezia Giulia.

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