Ivan Penava, fondatore del "Movimento Patriottico"
Ivan Penava, Mayor of Vukovar delivers a speech during a protest of several thousand people, on October 13, 2018 in Vukovar, demanding that the state speed up investigations of war crimes committed in the area during the country’s 1991-95 independence war. (Photo by AFP)

CROAZIA: L’HDZ cerca alleati, l’estrema destra pone le sue condizioni

Le elezioni in Croazia hanno visto l’HDZ ottenere in Parlamento una maggioranza relativa (61 seggi su 151) e adesso Plenković per  governare dovrà trovare un alleato che al momento sembra essere il movimento ultra nazionalista “Domovinski Pokret”. Lo sconfitto di questo turno elettorale è invece il presidente della Repubblica Zoran Milanović la cui campagna elettorale dai toni forti non sembra aver riscosso successo.

Il voto di metà aprile in Croazia ha visto uscire nuovamente come primo partito nel paese l’Unione Democratica Croata (HDZ), guidata dal premier uscente Andrej Plenković. Il 34% dei voti e 61 seggi conquistati hanno permesso al partito conservatore di superare il principale rivale elettorale ovvero la coalizione di centro sinistra “Rijeke pravde” (Fiumi di giustizia) guidata dai socialdemocratici del SDP di Zoran Milanović, presidente della Repubblica, fermo al 25% dei voti.

Il partito di estrema destra DP primo candidato per governare con Plenković

Il ruolo istituzionale di Milanović ha reso lo scontro elettorale estremamente acceso e controverso e da ciò ne hanno probabilmente guadagnato a livello elettorale i partiti minori come il partito di destra nazionalista “Movimento patriottico”, che ha ottenuto poco meno del 10% dei voti, ha portato a 14 i propri seggi in parlamento e adesso è un candidato importante per formare la nuova maggioranza.

Plenković invece rispetto alle scorse elezioni ha perso voti e seggi e non potrà formare un nuovo governo monocolore. Dovrà invece trovare gli oltre 10 seggi che gli mancano per raggiungere quota 76. Fin da subito i negoziati post elezioni sembrano indicare il Movimento Patriottico come il principale candidato: il partito centrista Most, che ha ottenuto circa l’8% dei voti, in passato ha avuto pessimi rapporti con l’Unione Democratica Croata.

Il Domovinski Pokret, DP, è nato nel 2020 da una costola dello stesso HDZ. Il suo leader è Ivan Penava, sindaco di Vukovar, una delle città croate più colpite e devastate dalla guerra degli anni ’90. Negli anni il movimento ha riunito tutti gli ex esponenti HDZ più radicali e non d’accordo con le posizioni centriste portate avanti da Plenković.

Il DP trova la maggior parte dei suoi elettori nelle zone rurali del paese e si propone come una alternativa più patriottica e con una retorica fortemente nazionalista anche riguardo temi storici e sociali come la guerra o gli Ustascia, il movimento fascista croato alleato di Hitler durante la seconda guerra mondiale.

Penava ha chiarito che è aperto ai negoziati, ma ha già imposto le proprie condizioni. In primis, che il presidente serbo Vučić ammetta la responsabilità della tragedia degli anni ’90 e paghi le riparazioni di guerra. “Per noi questo è un prerequisito per la normalizzazione delle relazioni. Non vogliamo sacrificare i nostri interessi sull’altare dei valori europei.”

Tale richiesta elettorale potrebbe rappresentare un problema durante i negoziati se, come successo in passato, Plenković volesse contare sull’appoggio degli 8 parlamentari eletti tra le minoranze del paese tra cui quella serba. É probabile che l’HDZ si troverà costretta a decidere se affidarsi al DP o ai voti delle minoranze.

La strategia sbagliata di Milanović e il risultato dei Verdi

Le elezioni hanno fatto registrare una affluenza piuttosto alta, oltre il 60% degli aventi diritto si sono recati alle urne. Aduscire sconfitto da questa tornata elettorale è Zoran Milanović, la cui campagna elettorale dai toni molto forti, fatta anche di retorica populista, nazionalista e a tratti filo-russa non ha pagato ed è sembrata troppo conservatrice agli occhi di un elettorato di sinistra o addirittura socialista.

Il leader dell’SDP Peđa Grbin ha commentato il risultato elettorale sottolineando come “due terzi degli elettori hanno votato per un cambiamento” e aprendo persino ad un governo alternativo all’HDZ che però dovrebbe per forza di cose riunire socialisti, estrema destra, centristi ed il partito verde Možemo, altro protagonista di queste elezioni 2024, che controlla 10 seggi in parlamento ed arriva alle Europee di giugno con ottime aspettative.

Sebbene la politica e in particolare i negoziati post elettorali possano sempre regalare imprevisti e sorprese il prossimo governo che si insedierà a Zagabria dovrebbe essere guidato ancora dall’HDZ che governa il paese da quasi 30 anni e che negli ultimi anni è stato protagonista di numerosi scandali di corruzione (in 4 anni sono stati sostituiti tra ministri e sottosegretari oltre trenta persone).

Il risultato delle elezioni sembra quindi consegnare il paese ad un nuovo governo più estremista rispetto a quello uscente. Tuttavia il risultato dei Verdi e il calo di voti e consenso per Plenković e l’HDZ possono far sperare in un diverso risultato elettorale già a partire dalle elezioni europee di giugno, voto estremamente importante per un paese appena approdato nell’euro e da poco più di un anno nell’area Schegen.

Foto: EUnews

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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