Il centro storico di Zagabria è paralizzato e in piazza ci sono oltre 5 mila persone. “Basta! Andiamo alle elezioni!” è lo slogan esibito dai manifestanti e si tratta di una richiesta abbastanza esplicita diretta al governo nazionale presieduto da Andrej Plenković.
La manifestazione di protesta è andata in scena nei giorni scorsi ed è stata organizzata dagli undici partiti, soprattutto di centro e sinistra, che compongono l’opposizione al partito di governo, l’Unione Democratica Croata (HDZ). Nel 2024, già denominato a livello globale “anno delle elezioni”, la Croazia sarà chiamata a rinnovare il proprio parlamento nel prossimo settembre e questa manifestazione nelle intenzioni degli organizzatori vuole manifestare l’insoddisfazione per la politica messa in atto dal governo, chiedendo di chiudere la legislatura e di indire le elezioni il prima possibile.
Tra le motivazioni di tali proteste il malessere generale, diversi casi di corruzione e per ultima la nomina a nuovo procuratore generale di Ivan Turudić, ex giudice della corte penale, considerato fin troppo vicino al partito di governo e recentemente coinvolto in uno scandalo legato a delle intercettazioni. Questa ha rappresentato la celebre “goccia che ha fatto traboccare il vaso” come l’ha definita anche Sandra Benčić, una delle parlamentari più attive nella proteste di piazza, esponente della forza di sinista Možemo! (Possiamo!).
La figura di Turudić e la legge “bavaglio”
Tra il 2016 ed il 2020 Turudić, mentre svolgeva il suo ruolo di giudice, ha stretto rapporti intensi e non solo colloquiali con Josipa Rimac, ex sottosegretaria di Stato in quota HDZ, oggi in prigione per corruzione, e Zdravko Mamić, ex direttore esecutivo della Dinamo Zagabria, condannato per evasione fiscale e oggi latitante in Bosnia Erzegovina.
Tali conoscenze e relazioni portate avanti per anni, anche con scambi di favori, non sembrano rappresentare il miglior curriculum per un giudice e tanto meno per un procuratore generale; secondo le opposizioni l’intento di Plenković è quello di restringere l’autonomia del sistema giudiziario nominando nei ruoli cardine persone a lui vicine.
Le critiche piovute su tale nomina fanno riferimento anche ad una legge, denominata Lex AP e proposta dallo stesso HDZ, che, tramite delle modifiche al Codice Penale, intende vietare ai giornalisti di diffondere notizie e informazioni riguardanti i processi in corso. Questa norma assieme alla nomina di personaggi molto vicini al partito di governo e spesso non del tutto limpidi davanti alla legge preoccupano non poco le opposizioni e anche l’ordine nazionale dei giornalisti, che negli scorsi giorni è sceso in piazza per protestare contro questa proposta di legge.
Le critiche del presidente
Lo stesso presidente della Repubblica Zoran Milanović, politicamente lontano dall’HDZ, è molto critico sulla scelta di Turudić e in generale sulla politica portata avanti da Plenković. In una nota ufficiale, il presidente ha indicato il primo ministro come un bugiardo e il “principale protettore dei criminali e della corruzione”.
Riguardo la nomina del procuratore generale, Milanović ha dichiarato che il primo ministro vuole così “nascondere o cancellare tutte le tracce di corruzione, criminalità e favoritismo politico che conducono ai suoi ex e attuali funzionari di governo e del partito”. Sugli emendamenti al Codice Penale, il presidente ha annunciato che è pronto ad applicare lo strumento dell’amnistia nei confronti di tutti quei cittadini che dovessero subire gli effetti di questa nuova legge.
Il futuro
Entro settembre la Croazia tornerà al voto per le elezioni parlamentari, forse in concomitanza con le elezioni europee di giugno. In programma nel 2024 anche l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Quest’anno, dunque, i cttadini croati decideranno molto del futuro prossimo del paese, anche in relazione alle scelte prese in passato: dall’ingresso nell‘area Schenghen fino all’utilizzo dell’Euro come moneta corrente. In vista di questo importante passaggio elettorale, nelle manifestazioni di questi giorni i partiti di opposizione si sono mostrati uniti in piazza nella aperta critica all’attuale governo. Se tale unità d’intenti dovesse rivedersi anche in sede elettorale, la sfida all’HDZ non sarebbe così impossibile.
Foto: eunews