L’ucraino Roman Bondarchuk alla 74ma Berlinale con The Editorial Office, il suo secondo lungometraggio di finzione
Volcano, il film di debutto di Bondarchuk presentato al Karlovy Vary nel 2018, ha da subito inquadrato lo stile particolare del cineasta ucraino, che descrive una Ucraina meridionale quasi favolistica, assurda, in qualche modo reminiscente di Kusturica ma con un’energia quasi opposta, statica ed apatica. Non deve stupire quindi che The Editorial Office sembra quasi un’estensione del suo film di debutto, anche se stavolta domina la dimensione urbana rispetto alla rurale. Scritto e quasi interamente girato prima dell’invasione, il film a volte sembra quasi inintenzionalmente profetico.
The Editorial Office segue un giovane zoologo (interpretato da Dmytro Bahnenko, un autentico giornalista che ha effettivamente fatto indagini su casi di corruzione) che perde il lavoro per aver fotografato un incendio abusivo in un’area boschiva, e si unisce ad un giornale locale con la speranza di fare la differenza. Spesso si trova a fare i conti con la realtà, la corruzione dei media legata a partiti politici, l’impossibilità di arrivare ad una “verità” in un turbulento mondo di falsità e do contraddizioni.
Se in Volcano dominava l’assurdità della situazione, in The Editorial Office aggiunge due altri colori alla propria tavolozza: da un lato il misticismo, che si riscontra sia nella tonalità del film , nella persistenza di un leitmotif meditativo, sia viene personificato in un nomade che sembra vivere in una dimensione metafisica, che in una setta religiosa che prende piede nel paese (qui, però, il misticismo si mescola alla critica sociale); dall’altro, il caos; più che in Volcano, la società sembra vivere in una dimensione quasi anarchica e senza regole morali o civili. Il caos viene tematicizzato in modo specifico, quasi come un collante dei vari episodi del lungometraggio, che sembra cercare, invano, le cause e la soluzione per una situazione che già prima del Febbraio 2022 sembrava disperata.
The Editorial Office è stato presentato in Forum alla Berlinale del 2024. Alle proiezioni del film è stata accompagnata una mostra multimediale al piano terra della Pilecki Institut, incentrata sulle location del film, visitabile fino al 21 Febbraio.